Correggendo per tempo una carenza di ferro intorno ai 50 anni si potrebbe prevenire il 10% di eventi coronarici in quella fascia d’età. Questo quanto suggerito da uno studio pubblicato nei giorni scorsi su Esc hearth failure, rivista della Società europea di cardiologia (Esc).

Uno stato di carenza di vitamina D se non addirittura di insufficienza sono comuni tra i bambini/adolescenti che soffrono di allergie. Nel caso, però, queste riguardino il latte vaccino, è bene tenere d’occhio i livelli di ferro in quanto altamente a rischio di determinare anemia. Questi i risultati di uno studio retrospettivo condotto da ricercatori della University of Rochester school of medicine, pubblicati nei giorni scorsi su Annals of allergy, asthma and immunology.

Cresce l’interesse ella ricerca verso nuove fonti alimentari che combinino l’alto contenuto in ferro e proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. L’obiettivo è ovviare, soprattutto nei pazienti con malattie infiammatorie intestinali (Ibd), agli effetti collaterali di quanto oggi presente sul mercato, in particolare proprio il riacutizzarsi dello stato di flogosi. Alghe, funghi e probiotici sono gli scenari più promettenti, come descritto in una recente review pubblicata su Nutrients. Ne abbiamo parlato con uno degli Autori, Marcello Chieppa, ricercatore presso l’Istituto nazionale di Gastroenterologia “S. de Bellis”, di Castellana Grotte (Ba).

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