Mima-digiuno, Valter Longo: primi dati promettenti su Crohn e colite ulcerosa

18 Giugno 2019

Costringere l’organismo a riprogrammarsi mettendolo alle strette con una forte restrizione calorica. Non un classico digiuno ad acqua ma con specifici nutrienti che, in 5 giorni, portano le cellule a resettarsi. Risultati? Ringiovanimento cellulare e benefici sul fronte metabolico, anti-infiammatorio e neurologico, solo per citarne alcuni. Si chiama Protocollo mima-digiuno (Pmd). L’inventore è Valter Longo, direttore dell’Istituto di longevità della University of Southern California di Los Angeles e Group leader Ifom (Istituto Firc di oncologia molecolare) di Milano, che ha appena presentato a Milano i risultati promettenti nell’ambito delle malattie infiammatorie croniche intestinali.

Prof. Longo, quali sono i presupposti su cui si basa la mima-digiuno?

Il programma, che si articola in un regime alimentare vegetale di 5 giorni da ripetersi in maniera costante nel tempo, stimola un reset e una riprogrammazione del corpo, il processo di invecchiamento viene contrastato e l’organismo  va verso una rigenerazione cellulare attraverso la produzione di cellule staminali. Gli studi preclinici e clinici hanno messo in evidenza un miglioramento significativo del benessere generale, anche in termini di ottimizzazione dei marcatori metabolici e di riduzione del grasso addominale; in altri termini, come scientificamente e ampiamente dimostrato, questo programma avrebbe un impatto positivo sulla longevità.

Qual è il rapporto tra nutrienti durante il periodo di restrizione calorica?

Il programma provoca un abbattimento delle calorie tra il 34 e il 54% in media, fornendo un apporto bilanciato di proteine -11/14%, carboidrati -42/43%­- e grassi -46%- ed è stato formulato per essere facilmente portato a termine nei 5 giorni stabiliti.

Quali sono i risultati clinici a supporto?

L’efficacia del programma è stata dimostrata da un nostro studio scientifico pubblicato su Cell Metabolism. Il campione osservato seguiva il Pmd per 5 giorni al mese, mentre nei restanti 25 tornava alle proprie abitudini alimentari.  Gli effetti sono stati di enorme portata e si sono concretizzati nella riduzione dei fattori di rischio delle malattie croniche la cui insorgenza è legata all’invecchiamento cellulare come l’Alzheimer, il diabete di tipo II, la maggior parte dei tumori, le malattie cardiovascolari e quelle autoimmuni.

I risultati sono stati riconfermati da uno studio pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine condotto su un campione di 100 individui con età tra i 20 e i 70 anni, tra i quali alcuni in sovrappeso o obesi, sottoposto al Pmd ogni mese per tre mesi; in questi soggetti si è assistito a una riduzione del grasso totale e addominale, della pressione sanguigna, del colesterolo, della Proteina C-reattiva (marcatore di infiammazione), della proteina Igf-1 (fattore di crescita insulino-simile di tipo 1) associata a cancro e invecchiamento. Il tutto senza perdita di massa muscolare.

Avete notato effetti anche sul sistema nervoso?

Sì, Pmd ha dimostrato potenziali benefici non solo per il corpo ma anche per la mente, grazie all’aumento della rigenerazione neurale e al miglioramento dell’apprendimento e della memoria già osservati negli studi sui topi.

Di recente ha presentato alla stampa alcuni risultati sperimentali promettenti nell’area delle malattie infiammatorie croniche intestinali. Di che si tratta?

Nello studio “Fasting-Mimicking Diet Modulates Microbiota and Promotes Intestinal Regeneration to Reduce Inflammatory Bowel Disease Pathology”, pubblicato su Cell reports abbiamo analizzato gli effetti sull’evoluzione dell’infiammazione intestinale in topi con malattie infiammatorie croniche intestinali sottoposti a due cicli di quattro giorni ciascuno di Pmd che successivamente avevano ricevuto una normale alimentazione.

Che tipo di risultati avete riscontrato?

I dati ottenuti dimostrano come questi cicli di Pmd producano importanti effetti, con un chiaro miglioramento dei sintomi associati alla patologia: è stata rilevata una maggior rigenerazione dell’epitelio intestinale, grazie alla attivazione delle cellule staminali, un miglior controllo della risposta immunitaria e un aumento delle popolazioni intestinali “buone”, in particolare di Lactobacilli e di Bifidobatteri.  In generale si evidenzia come cicli di Pmd incidano positivamente sui marcatori di infiammazione sistemica nell’uomo e fanno ben sperare che possano produrre benefici anche per i pazienti con malattie infiammatorie intestinali, come  Chron e colite ulcerosa. A tal fine, la Clinica di Genova sta sviluppando uno studio clinico randomizzato che prevede l’impiego di Pmd in pazienti con Mici, proprio con l’obiettivo di determinarne l’efficacia e la sicurezza nell’uomo.

Quali suggerimenti dare agli specialisti della nutrizione?

Per la maggior parte delle persone, cosi come emerge dalle ricerche sinora eseguite, il Pmd potrebbe essere seguito ogni 3-6 mesi a seconda del peso e dello stato di salute ma, come succede per ogni regime ipocalorico, è importante affidarsi a uno specialista che possa valutare le condizioni fisiche del soggetto e gli effetti benefici del protocollo.

 

 

 

 

 

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