Cicero, Sinut: “La nutraceutica chiede informazioni univoche e qualificate”

09 Aprile 2019

Un mercato in crescita ma non scevro da rischi, con un consumatore ancora troppo lontano da scelte consapevoli e operatori sanitari a caccia di informazioni univoche, qualificate e basate su studi clinici.

Questo la fotografia del mondo “nutraceutici” in Italia, secondo Arrigo Cicero, presidente della Sinut (Società italiana di nutraceutica).

Prof. Cicero, in quale ambito si colloca oggi la nutraceutica nella gestione del benessere psico-fisico della persona?

La nutraceutica oggi si colloca, da un lato, nell'ambito della richiesta di una super-salute da parte di chi già è sano e vuole migliorare le sue performances (nell'ambito del fisiologico) e, dall'altro, nella gestione di una serie di problemi clinici che troverebbero nel farmaco una risposta troppo aggressiva o con un rapporto tra rischi e potenziali benefici a favore dei primi.

C’è un boom di prodotti oggi sul mercato. Che rischi corre il consumatore lasciato a sé stesso, magari in balia solo di informazioni pubblicitarie?

I rischi maggiori in cui può incorrere il consumatore "indipendente" sono correlati, almeno per il mercato italiano, a un investimento economico a vuoto su prodotti inutili per composizione e/o concentrazione. In Italia, infatti, abbiamo tra i migliori prodotti europei.Tuttavia ve ne sono numerosi - specie quelli low-cost -  che non possono che deludere l'acquirente e renderlo poco fiducioso rispetto a interventi potenzialmente efficaci.

Quali sono i bisogni informativi degli operatori sanitari interessati, ovvero esperti di nutrizione (medici, biologi, dietisti) e farmacisti?

Gli operatori sanitari hanno necessità di voci autorevoli e messaggi semplici e univoci. Al momento non mancano mezzi di informazione, ma spesso sono lacunosi, non aggiornati, compilati da "tuttologi" della nutraceutica, ricchi di opinioni personali e meno di risultati di studi clinici, con un rischio particolarmente elevato di omissione di risultati negativi.

Quali sono i limiti attuali e i benefici potenziali di una proficua collaborazione tra i professionisti qualificati sopra citati?

I professionisti non si parlano. Spesso si guardano anche malamente come se fossero in antagonismo. Invece l'obiettivo finale, la salute del consumatore/paziente, può essere conseguito solo con la collaborazione fattiva di più figure professionali, ognuna nel proprio ambito di competenza.

In molte aree della medicina la ricerca farmacologica è al palo: crede che nel prossimo futuro una sempre maggiore attenzione a “ciò che mangiamo” potrà compensare questa carenza, sia sul fronte prevenzione che cura?

In teoria si, anche se il discorso è molto complesso, perché l'alimentazione sana ha spesso un costo e gli alimenti funzionali/arricchiti un costo anche maggiore. Inoltre, le leggende metropolitane sulla corretta alimentazione rendono questo mezzo terapeutico e preventivo fondamentale una pericolosa arma a doppio taglio. Tuttavia, nell'ottica di quanto sopra detto, in un disegno globale, alimentazione e integrazione, almeno in ambito preventivo, potrebbero nel prossimo decennio fornire importanti risposte in termini di miglioramento della salute pubblica e un respiro di sollievo per l'agonizzante sistema sanitario nazionale. Ovviamente questo ha un costo e qualcuno dovrà metterlo a budget.

Nicola Miglino

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