Germania, prodotti a base di cannabis sotto accusa per alto contenuto di Thc

18 Marzo 2020

Dalla Germania scatta l’allarme su prodotti e integratori a base di canapa per la contaminazione da tetraidrocannabinolo (Thc). La denuncia arriva da uno studio di un gruppo di ricerca del Chemical and veterinary investigation laboratory di Karlsruhe.

L’analisi prende spunto da una serie di segnalazioni pervenute al laboratorio di Karlsruhe da parte delle autorità di controllo tedesche in merito a eventi avversi simili a quelli provocati dal Thc in seguito al consumo di prodotti che, da normativa, avrebbero dovuto contenere solo cannabidiolo (Cbd).

Tre le ipotesi formulate dai ricercatori: effetto farmacologico diretto del Cbd; effetto indiretto dovuto a degradazione di Thc in Cbd per azione degli acidi gastrici; presenza diretta di Thc nei singoli prodotti, vuoi legata ai sistemi di estrazione, vuoi a contaminazione.

La prima ipotesi è stata subito scartata, dal momento gli studi clinici, condotti con dosaggi superiori a quelli presenti nei prodotti in commercio, non evidenziano effetti del Cbd simili al Thc e che la stessa Organizzazione mondiale della sanità considera il cannabidiolo composto sicuro e ben tollerato.

Per verificare la seconda ipotesi, gli scienziati hanno mischiato concentrazioni differenti di Cbd con metanolo, in condizioni di acidità, andando poi a misurare con sistemi di cromatografia e spettrometria di massa l’eventuale formazione di Thc. Risultato: assenza totale di Thc.

Hanno poi analizzato, su 67 prodotti commercializzati in Germania, la presenza di Thc: il 25% ne conteneva in quantità superiori a quella minima in grado di provocare effetti sulla salute; il 43% è stato classificato come non adatto al consumo umano per superamento della ARfD (Dose acuta accettabile); tutti, in un modo o nell’altro, violavano la normativa prevista sui novel food e, in generale, sugli alimenti, con particolare riguardo a claim e ingredienti indicati in etichetta.

“La nostra indagine sulle possibili cause di effetti collaterali in prodotti a base di Cbd punta dritta sulla presenza diretta di Thc, legata alle fasi di estrazione e/o produzione, piuttosto che sul Cbd di per sé o in relazione al suo metabolismo”, concludono gli Autori. “È uno scandalo che sul mercato vi siano prodotti ad alto contenuto di Thc. Le aziende, deliberatamente o per ignoranza delle normative previste, hanno messo in commercio prodotti non sicuri, esponendo i consumatori a rischi per la salute. Si tratta di un mercato in forte crescita ed è bene richiamare a un maggior senso di responsabilità tutta la filiera produttiva. Certo, il quadro legislativo non aiuta, perché ci si muove in un’area grigia di confine tra norme che regolano stupefacenti, farmaci e alimenti. Per questi prodotti, ci vorrebbe una regolamentazione più severa che preveda obblighi specifici per l’etichettatura e valutazioni sulla sicurezza prima della commercializzazione”.

Nicola Miglino

 

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