Acido linoleico, un Omega-6 chiave per la salute cardiometabolica

05 Febbraio 2020

La ricerca sugli acidi grassi polinsaturi (Pufa) ha rivolto per molto tempo la propria attenzione agli Omega-3, trascurando gli Omega-6, rappresentati soprattutto dall’acido linoleico, che peraltro costituiscono la quota predominante dei Pufa assunti con la dieta. Su Atherosclerosis, un gruppo di ricerca italiano ha appena pubblicato una review che fa il punto proprio sui benefici cardiovascolari e cardiometabolici del linoleico. Ne abbiamo parlato con uno degli autori, Franca Marangoni, responsabile della ricerca di Nutrition foundation of Italy.

 D.ssa Marangoni, cos’è l’acido linoleico e che ruolo svolge nell’organismo?

L’acido linoleico è l’acido grasso polinsaturo maggiormente presente nella nostra dieta.  Appartiene alla serie omega-6 (o n-6) e, come tutti gli acidi grassi polinsaturi, svolge un importante ruolo strutturale a livello delle membrane cellulari, determinandone la fluidità, e quindi la funzionalità. È un acido grasso essenziale: l’organismo umano, per il quale è indispensabile, non è in grado di sintetizzarlo de novo. Per questo motivo un apporto adeguato di acido linoleico con la dieta è determinante per la salute.

Quali sono le fonti alimentari e gli apporti raccomandati?

L’acido linoleico è contenuto in misura variabile negli alimenti sia di origine vegetale e sia di origine animale.  Si trova in concentrazioni particolarmente elevate in alcuni oli vegetali come quelli di mais, soia e girasole. Relativamente minori sono le concentrazioni nell’olio di oliva, attorno al 7% nell’extravergine. Quantità significative sono presenti nella frutta secca a guscio, mentre livelli più contenuti sono presenti in cereali, legumi, alcune carni, uova e latticini.

Che relazione si evidenzia tra apporto di linoleico e colesterolemia?

L’azione sul profilo lipidico, nota fin dalla metà del secolo scorso, è stata confermata da studi clinici controllati, che hanno dimostrato una correlazione inversa tra apporto di linoleico con la dieta e livelli di colesterolo nel sangue. L’Autorità europea per la sicurezza degli alimenti ha infatti approvato un claim specifico di mantenimento dei livelli normali di colesterolo nel sangue, per gli alimenti che forniscono almeno 1,5 g dell’acido grasso per 100 g e per 100 kcal, con la precisazione che sono necessari 10 g al giorno dell’acido grasso per ottenere i benefici.

Quali ricadute sul rischio cardiovascolare?

I risultati degli studi osservazionali indicano che a livelli crescenti di assunzione di acido linoleico corrisponde una riduzione progressiva dell’incidenza di eventi cardiovascolari. Una relazione simile è stata rilevata anche con i livelli di acido linoleico nel sangue, che riflettono l’apporto dello stesso acido grasso con gli alimenti. L’effetto si manifesta sia sugli eventi cerebrovascolari e sia, soprattutto, sugli eventi coronarici fatali e non fatali.

Quali effetti sulla salute metabolica?

I risultati presenti in letteratura sono poco omogenei per quanto riguarda il ruolo potenziale degli acidi grassi polinsaturi della serie omega-6 nell'obesità.  Per quanto riguarda, invece, la sindrome metabolica, alcuni dati suggeriscono un ruolo protettivo.

E sul diabete?

L’associazione tra livelli di assunzione crescenti di acido linoleico e la riduzione dell’incidenza di diabete di tipo 2 nella popolazione generale ha trovato conferma nei risultati degli studi epidemiologici osservazionali, nei quali il consumo di alimenti ricchi in acidi polinsaturi e acido linoleico è risultato correlato a un rischio significativamente ridotto di sviluppare la patologia. Secondo dati sperimentali, la sostituzione di grassi insaturi al posto di quelli saturi nella dieta indurrebbe una riduzione della lipogenesi epatica, della steatosi epatica, muscolare e pancreatica e una modificazione in senso favorevole della composizione delle membrane biologiche.

Quali indicazioni nutrizionali possiamo allora suggerire?

L’apporto adeguato di acido linoleico può essere ottenuto con una dieta varia ed equilibrata ricca di alimenti di origine vegetale e, che preveda l’impiego di oli vegetali come condimento. I dati disponibili dimostrano che l’apporto di questo acido grasso con la dieta, come del resto di tutti i polinsaturi, è insufficiente a livello globale, e anche in Italia. Per questo le linee guida nutrizionali suggeriscono di prediligere cibi di origine vegetale e oli ricchi di insaturi e polinsaturi per ottimizzare l’assunzione di questo acido grasso essenziale.

Nicola Miglino

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…