Microbiota e nutrizione, ruolo di dieta e probiotici

18 Dicembre 2019

Tra i fattori che direttamente o indirettamente influenzano il microbiota, la dieta è sicuramente uno dei più importanti, ma anche più il complesso. In occasione di Mibioc – The way of the microbiota in cancer, primo convegno internazionale su attualità e prospettive del microbiota in ambito oncologico, tenutosi di recente presso l’Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano, abbiamo chiesto a Cecilia Gavazzi, responsabile della Ss di Nutrizione clinica della struttura lombarda, di chiarirci alcuni aspetti legati alla correlazione tra alimentazione e microbiota.

D.ssa Gavazzi, che relazione intercorre tra dieta e microbiota?

Le modifiche del microbiota sono chiaramente in parte dovute ai differenti schemi alimentari adottati nelle diverse fasi della vita: dall’allattamento, allo svezzamento, fino all’alimentazione dell’anziano. Tuttavia la relazione tra dieta-microbiota è una relazione multiforme e intricata e non è così semplice da studiare.

Da dove nasce l’ipotesi di una correlazione?

L’evidenza deriva dalla raccolta dei dati effettuata negli Hazda in Tanzania. Gli Hazda sono una popolazione primitiva di cacciatori-raccoglitori, con abitudini alimentari e di vita quindi molto simili e ben studiabili. In questa popolazione, si è riscontrato che il micriobiota variava a seconda della stagione: da quella secca, con un’alimentazione prevalentemente a base di carne, alla stagione delle piogge, quando prevalevano cibi di origine vegetale. Inoltre, lo studio ha riportato una costante riproducibilità da un anno all’altro.

Esiste una variabilità di popolazione?

Sì. Geograficamente il microbiota si modifica in relazione ai diversi tipi di alimentazione: i bambini nel Burkinafaso hanno una dieta a base di vegetali e un microbiota con prevalenza di bacteroidetes, ma essendo una dieta poco varia, presentano un microbiota scarsamente diversificato. I  bambini europei, invece, hanno una dieta più differenziata, ricca di alimenti sia animali che vegetali e presentano un microbiota più vario, con prevalenza di firmicutes.

Che ruolo gioca la dieta meditteranea?

In un lavoro recentemente pubblicato su Gut, si analizzano dieta e microbiota in 153 soggetti sani provenienti da diverse parti d’Italia e si dimostra che i soggetti che seguono una dieta mediterranea, indipendentemente dal fatto che siano vegani, vegetariani o onnivori, presentano elevati livelli di Scfa, ovvero acid-acidi grassi a catena corta, con un ruolo fondamentale nel potenziamento del sistema immunitario e non solo.  Mentre nei soggetti con scarsa aderenza alla dieta mediterranea e che consumano una dieta western style, ricca di proteine di origine animale, si riscontra un aumento di batteri producenti composti nocivi come la trimetilamino-ossidasi/Tmao, correlata al rischio di malattie cardiovascolar

Si può agire sul microbiota?

Un possibile modo per modificare il microbiota potrebbe essere l’uso dei probiotici o prebiotici. I prebiotici sono sostanze non digeribili contenute in natura in alcuni alimenti, mentre i probiotici sono microrganismi viventi e attivi, che assunti in quantità sufficiente, sono in grado di esercitare un effetto positivo sulla salute dell’organismo.  I simbiotici un mix di entrambi.  L’effetto benefico dei probiotici è stato ben dimostrato in diverse patologie del tratto gastrointestinale, particolarmente in neonati o in età pediatrica e in alcune patologie dell’adulto sempre legate al tratto gastroenterico, in particolare la prevenzione dell’infezione della diarrea da clostridium difficile.

Che ruolo possono giocare i probiotici in oncologia?

Le modalità di impiego devono essere ancora approfondite. Se, da un lato, vi è l’indicazione all’impiego di probiotici contenenti Lattobacilli per la prevenzione della diarrea in pazienti con malattia addominale e candidati a chemio-radioterapia, l’uso indiscriminato è sconsigliato nel paziente oncologico, particolarmente se immunodepresso per un possibile rischio di eventi avversi.

Nicola Miglino

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