Supplementazione con Vitamina D efficace nel prevenire la pre-eclampsia

19 Settembre 2019

Circa il 40% delle donne in gravidanza assume meno vitamina D del dovuto e si dà il caso che, nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, questo problema abbia dimensioni ancora maggiori. In Italia, per esempio, la percentuale stimata di gestanti in deficit di vitamina D oscilla tra il 60 e l’80%.

Già studi precedenti hanno dimostrato come un’integrazione di vitamina D sia in grado di potenziare il trattamento farmacologico della pre-eclampsia, probabilmente attraverso un meccanismo immunomodulatore. Su queste basi, un gruppo di ricercatori italiani, si è chiesto se dare a priori vitamina D alle gestanti possa essere utile per prevenire addirittura l’insorgenza della pre-eclampsia, anche in donne a rischio e indipendentemente dai loro livelli sierici al basale. I risultati della metanalisi sono stati pubblicati su Clinical nutrition. Ce ne parla Silvia Fogacci, del dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Bologna e prima firma dello studio.

D.ssa Fogacci, intanto che tipo di analisi avete impostato?

Abbiamo effettuato una revisione sistematica della letteratura e meta-analizzato tutti gli studi clinici controllati disponibili che avessero incluso donne in gravidanza randomizzate per essere trattate con vitamina D o con un trattamento di controllo. Ci interessava capire se la durata dell’integrazione con vitamina D e un’eventuale co-somministrazione di calcio influissero sull’effetto finale. Inoltre, abbiamo pianificato delle analisi di meta-regressione tenendo conto della quantità di vitamina D supplementata bisettimanalmente e anche dell’età materna, che è un noto fattore di rischio per lo sviluppo di questa patologia.

Quali risultati avete ottenuto?

In tutto abbiamo revisionato 29 studi clinici randomizzati, comprendenti complessivamente 5.297 donne equamente distribuite tra il gruppo trattato attivamente e quello di controllo. Nella popolazione generale, la supplementazione con vitamina D è stata associata a un ridotto rischio di sviluppare pre-eclampsia e l’effetto si è dimostrato indipendente dalla durata dell’integrazione e dall’eventuale co-somministrazione di calcio. Il rischio di sviluppare tale patologia non era associato all’età materna, ma diminuiva all’aumentare della dose di vitamina D somministrata bisettimanalmente.

In quali meccanismi fisio-patologici della pre-eclampsia potrebbe intervenire la vitamina D?

Probabilmente, attraverso un meccanismo immunomodulatorio.

Che suggerimenti clinici emergono?

In generale, dalla nostra analisi emerge come la supplementazione di vitamina D in gravidanza possa essere un trattamento sicuro e utile per ridurre il rischio di sviluppare pre-eclampsia. Per quanto si renderanno necessari ulteriori studi clinici per codificare definitivamente la supplementazione di vitamina D come possibile strategia d’intervento nella prevenzione della pre-eclampsia e per identificare il dosaggio più efficace, i nostri risultati sono di certo molto promettenti e rispondono a un problema reale e rilevante.

Rispetto alle terapie esistenti?

A oggi non esistono trattamenti “sicuri” per prevenire l’insorgenza della pre-eclampsia e i farmaci antipertensivi utilizzati possono avere importanti effetti collaterali e compromettere la salute materna e quella fetale. Se nella pratica clinica si riuscisse ad accertare l’efficacia della somministrazione di vitamina D, si potrebbe evitare il ricorso a trattamenti farmacologici, che comunque spesso non sono efficaci e non sempre preservano la gestante dall’ospedalizzazione. Le ultime linee guida della Società europea di cardiologia (Esc), dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dell’Associazione ostetrici inecologi ospedalieri italiani (Aogoi) raccomandano il calcio come terapia preventiva nella pre-eclampsia, non facendo riferimento alcuno alla vitamina D. Tuttavia, a differenza del calcio, quest’ultima ha il pregio di non essere dannosa a livello endoteliale.

Quali indicazioni emergono rispetto a livelli di carenza e dosaggi di somministrazione?

 In base ai nostri risultati, ad alti dosaggi, anche una singola somministrazione di Vitamina D potrebbe essere sufficiente, in considerazione del fatto che la vitamina D è liposolubile e tende ad accumularsi nello strato adiposo. Per quanto si tratti di osservazioni preliminari che necessitano di essere confermate da ulteriori studi appositamente disegnati, l’epoca gestazionale ideale per iniziare a supplementare vitamina D potrebbe essere fissata intorno alla 20ma settimana, con un dosaggio di circa 25.000 Ui/settimana, ovviamente tenendo sotto controllo calcemia e calciuria. A oggi, non siamo in grado di affermare se i benefici della supplementazione con vitamina D possano essere maggiori per le gestanti in deficit di vitamina D o per quelle con livelli sierici ottimali ed è auspicabile che anche su questo punto verteranno gli studi futuri.

Nicola Miglino

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