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Terapia probiotica: cosa ci aspetta

28 Maggio 2019

L'emergere di un nuovo campo di ricerca è entusiasmante, ma va incontro in modo inevitabile al dover dimostrare la propria validità e al dover comprendere l'impatto su ciò che è già noto. Questo è certamente il caso dei probiotici, ora definiti come "microrganismi vivi, che quando somministrati in quantità adeguate, conferiscono un beneficio alla salute sull'ospite". 

Negli ultimi quarantacinque anni abbiamo visto i microbi probiotici identificati, testati e applicati a pazienti e consumatori in tutto il mondo. Indubbiamente, l'ambito di ricerca più fertile è quello relativo alla salute gastrointestinale, forte di alcune evidenze che hanno stravolto molte certezze: il tratto gastrointestinale non è sterile in utero, ma placenta, liquido amniotico e cordone ombelicale ospitano microrganismi, e lo stesso meconio, le prime feci infantili, contiene microrganismi. 

Dopo la nascita si differenzia il microbioma intestinale, influenzato da fattori come età, dieta, stress, geografia e assunzione di farmaci e l'intestino umano è pertanto oggi considerato un ecosistema complesso con un'interazione dinamica tra microrganismi, nutrienti e ospite. Pertanto, la supplementazione probiotica, mirata e migliorata il microbioma intestinale, è stata ampiamente studiata e trovata utile in diverse condizioni gastrointestinali.

Una delle aree di applicazione con maggiori dati riguarda la prevenzione della diarrea associata agli antibiotici, da cui emerge chiaramente come l'efficacia sia correlata a specifici ceppi e che esista una relazione tra specificità di ceppo e specificità di azione, e conseguente ambito di applicazione.  In altri termini, si continua a confermare l'evidenza che il tipo di probiotico da utilizzare deve sempre dipendere dalla situazione del paziente, nonché dal risultato desiderato. Un'altra condizione in cui i probiotici si sono dimostrati utili è la colonizzazione di Helicobacter pylori, che rappresenta un problema per circa il 50% della popolazione mondiale: possono essere utili per l'eradicazione di H. pylori inibendone la crescita e riducono significativamente gli effetti collaterali della terapia convenzionale quando usati come trattamento congiunto. In termini di ceppi raccomandati per questa condizione: Lactobacillus reuteri DSM 17938 e LGG

Non tutti gli studi sui probiotici hanno endpoint per condizioni gastrointestinali. Ne è un esempio la dermatite atopica, caratterizzata da alterazioni delle cellule T regolatorie e del sistema immunitario innato, in cui diversi ceppi sono in continua fase di test dia in ambito di prevenzione, in gravidanza o nell'infanzia, o in supporto alla terapia nell'adulto. In questo ambito vi sono ancora risultati contrastanti e la totalità delle prove è ancora insufficiente a sostenere un'indicazione terapeutica univoca.

Un'altra importante area di interesse è il loro uso per gestire le condizioni del tratto urogenitale e la somministrazione vaginale di Lactobacillus in ovuli a partire dalla fine degli anni '80 , ha portato a testare altri ceppi tra cui Lactobacillus crispatus CTV05 per prevenire la recidiva delle infezioni urinarie, Lactobacillus rhamnosus IMC 501 e Lactobacillus paracasei IMC 502 per la salute vaginale, Lactobacillus rhamnosus Lcr35 per aiutare la gestione della vaginosi batterica e delle candidosi vulvovaginali, e Lactobacillus gasseri EN-153471 (EB01) per supportare la terapia con antibiotici.
Un recente studio del genoma di L. rhamnosus GR-1 ha dimostrato perché è più adatto alla vagina rispetto ai ceppi Lc35 e LGG, avendo un cluster unico per la produzione di esopolisaccaridi, metabolizza lattosio e maltosio e resiste meglio allo stress ossidativo.

Guardando al futuro sembra chiaro che i probiotici saranno usati per ridurre la depressione e l'ansia, e potenzialmente altre forme di malattia mentale. Certamente, sono in corso sperimentazioni con trapianto di microbiota fecale per la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson e la demenza, e un ulteriore passo avanti sarà impiantare i ceppi probiotici direttamente nel cervello, forse per contrastare gli organismi che causano malattie, o per produrre determinate sostanze chimiche, come l'acido γ-amminobutirrico o la serotonina in siti specifici per cercare di migliorare la funzione.

Altre due aree che vedranno progressi significativi nei prossimi anni sono i probiotici per la gestione cardiovascolare e per ridurre l'assorbimento e il danno causato dalle tossine ambientali. Esiste già una letteratura in aumento sui ceppi probiotici che abbassano il colesterolo e migliorano la pressione arteriosa, anche le meta-analisi hanno trovato una significativa riduzione del colesterolo totale nel siero quando somministrano determinati probiotici.

Un'altra applicazione potrebbe essere per i ceppi di Bifidobacterium per abbassare il p-cresolo solfato, trimetilammina n-ossido e livelli di indolo che sono noti fattori di rischio per l'aterosclerosi. Il mercato dei probiotici vale oggi oltre 40 miliardi di dollari e riflette non solo un interesse per le terapie naturali e il desiderio di evitare farmaci che sono spesso inefficaci o con gravi effetti collaterali, ma è avvenuta attraverso una ricerca scientifica rigorosa. Non ci possono mai essere sufficienti grandi studi randomizzati controllati verso placebo per soddisfare tutti i critici, ma è indubbio che il potenziate dai probiotici continua a crescere. 

Silvia Ambrogio

Fonti

Forty-five-year evolution of probiotic therapy. Microb Cell. 2019 Apr 1; 6(4): 184–196.

Probiotics, gut microbiota and health. Med Mal Infect. 2014 Jan; 44(1):1-8.

Probiotics and Atopic Dermatitis: An Overview. Front Microbiol. 2016; 7():507.

Probiotics for the treatment of depressive symptoms: An anti-inflammatory mechanism? Brain Behav Immun. 2018 Oct; 73():115-124.

 

 

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