Studio Usa: dieta mediterranea aiuta a mantenere il cervello attivo

05 Maggio 2020

La dieta mediterranea si conferma un prezioso alleato per il cervello, preservandone le funzioni dal decadimento cognitivo. L’ulteriore evidenza giunge da una recente analisi effettuata da un gruppo di ricercatori americani su un campione di circa 8 mila partecipanti a due studi, Areds e Areds2, condotti per valutare l’impatto di diversi supplementi nutrizionali su comparsa ed evoluzione di cataratta e degenerazione maculare senile.

In questo caso, però, sono stati incrociati i dati provenienti da questionari nutrizionali e test neurofunzionali standard, a partire dal Mini-mental state examination, valutando il rapporto tra alimentazione e performance cognitive a intervalli di tempo nel corso di 10 anni.

Perché due studi su nutrienti e funzione visiva vengono impiegati per valutare performance cognitive?

“Perché la retina è un'estensione del cervello, al quale è collegata attraverso il nervo ottico e ben un terzo del nostro cervello è implicato in funzioni legate alla vista ", dice Emily Chew, che dirige la divisione di Epidemiologia e applicazioni cliniche al National eye institute di Bethesda, tra gli Autori della ricerca. "Ecco perché ha senso ipotizzare che qualsiasi sostanza in grado di migliorare la funzionalità retinica possa determinare benefici anche sulle funzioni cognitive.

Partendo da questo presupposto, i ricercatori hanno esaminato gli effetti sull’efficienza cognitiva di nove componenti della dieta mediterranea: frutta, verdura, cereali integrali, noci, legumi, pesce e olio d'oliva e consumo ridotto di carne rossa e alcol.

"Le persone con una maggiore aderenza alla dieta mediterranea avevano una riduzione del 45-50% circa del rischio di sviluppare deficit cognitivi”, dice Chew. “La maggiore azione protettiva sembra garantita da un elevato consumo di pesce e verdure. L’effetto è del tipo dose-risposta: si è più al sicuro quanto più si consumano determinati cibi”.

Nelle persone che presentano ApoE, gene strettamente correlato alla comparsa di Alzheimer, la dieta mediterranea non influenza comparsa e decorso del declino cognitivo, segno di un effetto totalmente indipendente da questo aspetto genetico.

È bene ricordare come i primi risultati di Areds, pubblicati nel 2001, abbiano evidenziato che chi segue una dieta ricca di pesce e verdure ha meno probabilità di sviluppare, nel tempo, degenerazione maculare senile. Il merito è stato attribuito a luteina e zeaxantina, molecole ad azione antiossidante, non prodotte naturalmente dal nostro organismo, di cui sono molto ricche le verdure a foglia verde, come cavoli, prezzemolo, spinaci, broccoli e piselli. Luteina e zeaxantina proteggono la retina degli effetti nocivi della luce blu. Successivamente, lo studio ha messo in evidenza come anche le vitamine antiossidanti C, E, il beta carotene e lo zinco aiutino a ridurre la progressione verso uno stadio avanzato della malattia retinica.

Sulla base degli studi Areds e Areds 2, condotti sotto l’egida degli Hih (National institutes of health), furono stilate delle formulazioni di integratori marcate proprio con il nome degli studi, qui di seguito riportate in base alle seguenti conclusioni:

  1. l'assunzione di integratori Areds o Areds 2 riduce il rischio di progressione da Amd (Age-related macular degeneration) intermedia a avanzata di circa il 25 per cento;
  2. gli integratori Areds e Areds 2 non prevengono l'insorgenza di Amd;
  3. gli integratori Areds e Areds 2 non hanno alcun effetto sulla cataratta;
  4. gli integratori di acidi grassi Omega-3 non hanno alcun effetto sulla cataratta o sulla Amd.
  5. I fumatori attuali ed ex dovrebbero assumere la formula Areds 2 ed evitare la formula Areds con beta-carotene, che aumenta il rischio di cancro ai polmoni.

Nicola Miglino

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…