Polifenoli del vino rosso sono utili al microbiota

27 Novembre 2019

È ormai ampiamente documentato che il microbiota intestinale svolge un ruolo importante per la salute umana e in condizioni le più diverse tra loro. Le specie batteriche appartenenti ai generi Lactobacillus e Bifidobacterium sono generalmente considerate benefiche e sono comunemente usati come probiotici, mentre l’aumento di alcuni ceppi come Clostridium, Eubacterium e Bacteroides, è una condizione più sfavorevole.

I polifenoli alimentari sono composti bioattivi che aumentano il numero di batteri benefici e hanno un'azione antimicrobica contro i batteri patogeni. Tuttavia, la maggior parte degli studi disponibili sono stati condotti su modelli animali o in vitro, mentre gli studi di intervento sull'uomo sono più rari.

Un recente studio condotto su 3 coorti è stato in grado di fornire informazioni interessanti sul valore di un consumo ragionevole dei polifenoli presenti nel vino rosso. Una coorte era composta da 916 gemelle (Twins Uk), che hanno risposto a questionari relativi alle abitudini alimentari. Il sequenziamento dell'Rna 16s ha permesso di analizzare le differenze intra-individuali nella composizione alfa e beta del microbiota intestinale in funzione del consumo di alcol (natura e frequenza), dopo aggiustamento dei dati per fattori confondenti.

Altre due coorti, una composta di 1.104 soggetti (Fgfp, Flemish gut flora project) e un’altra di 904 soggetti (Agp, American gut project), sono state utilizzate per confermare i risultati. Inoltre, sono state riesaminate 50 coppie di gemelli della coorte Twins Uk, discordanti in termini di consumo di alcol. Tutti questi studi mostrano che un microbiota fecale vario è associato al consumo di vino rosso con una maggiore diversità alfa rispetto alla beta. L'associazione descritta con il consumo di vino è risultata meno forte per il vino bianco, la cui concentrazione di polifenoli è da 6 a 7 volte inferiore. Altri tipi di alcol non intervengono nella diversificazione della flora intestinale.

Altre associazioni si sono rivelate per la diversità alfa: negativa in relazione a Bmi e livelli di chilomicroni e positiva per insulinemia e valori di colesterolo Hdl. Saranno tuttavia necessarie ulteriori ricerche per comprendere appieno la complessa relazione tra microbiota intestinale e polifenoli alimentari prima di formulare raccomandazioni specifiche per la salute umana.

Elisabetta Torretta

 

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