Cibo che cura: nasce a Milano centro studi di eccellenza mondiale

20 Novembre 2019

“Oggi si muore più di cattiva alimentazione che di droga, fumo, alcol e rapporti sessuali a rischio messi insieme. Siamo in 7 miliardi qui sulla Terra, compresi i 3 miliardi che non si nutrono adeguatamente e produrre cibo per così tante persone aumenta la temperatura globale, compromette la biodiversità, inquina e consuma suolo e acqua più di quanto la terra e i mari possano sopportare”.

Da queste premesse nasce l’Italian institute for planetary health – Iiph, un nuovo soggetto scientifico frutto dell’unione tra l’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri e l’Università Cattolica del Sacro Cuore con la partecipazione di Vihtali, spin off dell’Ateneo.

Iiph si occuperà di ricerca su alimentazione e benessere con l’obiettivo di identificare i nutrienti con maggiore impatto sulla longevità e sulla salute della popolazione e dei singoli individui.

A presiederlo, Carlo Salvatori, presidente di Lazard Italia e Aviva Italia. Vice-presidenti: Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri e Walter Ricciardi, ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica.

“Il 50% dei casi di morte o di disabilità nel mondo dipende da un'alimentazione con troppo sale, poca verdura e poca frutta e il 30% dei tumori potrebbe essere prevenuto con dieta e stili di vita sani” sottolinea Remuzzi. “Si sa però, per esempio, che i pomodori San Marzano inibiscono l'angiogenesi dei tumori e il resveratrolo contenuto nel vino rosso fa bene al cuore, salvo che a un 30% della popolazione che ha la variante di un gene che annulla questa proprietà”.

I primi progetti vedono i ricercatori impegnati nello studio dei fattori che incidono sull’invecchiamento in salute della popolazione partendo dalla mappatura dell’Italia. Le analisi si focalizzeranno sulle differenze dei determinanti dal punto di vista, genetico, biologico, molecolare, epidemiologico e ambientale. Questa analisi verrà ampliata a livello internazionale, in particolare in Giappone, Paese che vanta un’elevata longevità come l’Italia, ma che presenta abitudini alimentari molto diverse.

Nella rosa delle iniziative, la ricerca di modelli alimentari, anche personalizzati, con l’impiego delle migliori tecnologie a disposizione (genomica, big data, intelligenza artificiale) per stabilire il rapporto tra diversi componenti alimentari nell’influenzare la salute dell’uomo; lo sviluppo di modelli di predizione e valutazione dell’impatto di sistemi alimentari sostenibili sul cambiamento climatico, sulla preservazione dell’ambiente e sulla biodiversità in attività di ricerca sulle tradizioni e abitudini alimentari su scala globale.

“Diversi aspetti contribuiscono a rendere l’Italia un laboratorio ideale per sviluppare un progetto che dovrà avere un impatto globale”, prosegue Remuzzi. “Milano è stata sede dell’Expo, la manifestazione universale sul tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Siamo il Paese più longevo in Europa, grazie alla presenza di un Servizio sanitario che rende accessibile il diritto alla salute a tutti gli italiani, senza discriminazioni di reddito, di genere o di età. E non dimentichiamo che l’Italia ha una tradizione alimentare nella dieta mediterranea che contribuisce a una sensibile riduzione di diverse malattie come quelle cardiovascolari e i tumori”.

Aggiunge Walter Ricciardi: “L’Istituto si avvarrà delle competenze presenti all’interno dell’Università Cattolica e del Mario Negri, ma intende aprirsi a collaborazioni nazionali e internazionali per promuovere un’alimentazione sana e sostenibile e per approfondire le correlazioni tra cambiamento climatico e salute, anche al fine di prevenire o mitigare gli effetti del riscaldamento globale e favorire un’agricoltura all’altezza delle sfide demografiche ed epidemiologiche del Pianeta”.

Nicola Miglino

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…