Dai diabetologi le ricette regionali light che coniugano gusto e salute

13 Novembre 2019

Diabete: proteggi la tua famiglia. Questo il tema della Giornata mondiale del diabete che si celebra in tutto il mondo il 14 novembre. La Società Italiana di diabetologia (Sid) lo ha fatto proprio puntando su una serie di consigli dietetici, senza però rinunciare al gusto.

“Abbiamo deciso di mettere a fuoco in particolare il ruolo della famiglia nelle scelte alimentari e per dare un significato pratico a questo messaggio, abbiamo pensato di coinvolgere le varie sezioni regionali della Società, per suggerire una serie di piatti regionali preparati in chiave salutistica e in versione light, anche per sottolineare che l’attenzione alla dieta non deve necessariamente ammantarsi di un connotato di privazione”, sottolinea Francesco Purrello, presidente Sid.

Le ricette regionali Sid:

AbruzzoCampaniaLazioLombardiaMarchePugliaSardegnaSiciliaToscanaVeneto

“L’idea alla base di questa iniziativa è quella di raccogliere ricette regionali che insegnino a confezionare cibi sani, ma al tempo stesso molto buoni”, spiega Agostino Consoli, presidente eletto Sid. “La “pizz e fuje” proposta dagli amici abruzzesi è un piatto facile, senza glutine, vegano che mette insieme diverse verdure a foglia con la farina di polenta.  Buonissima, sazia, e ha un basso contenuto calorico. Molte delle ricette che abbiamo raccolto propongono varie versioni dello splendido accostamento dei legumi con verdure a foglia”.

Aggiunge Giorgio Sesti, presidente della Fondazione diabete e ricerca: “Lo stesso piatto a base di fave e cicoria è una classica ricetta della cucina povera italiana e specificamente pugliese. Una porzione fornisce un buon contenuto di calorie con un bilanciato contenuto di proteine, carboidrati e grassi di origine esclusivamente vegetali e pertanto non nocivi per il diabete e per l’apparato cardio-vascolare. Da non trascurare il contenuto di fibre utili per regolarizzare la funzione intestinale. Il tutto ottenuto con un basso costo, cosa che non guasta”.

Prosegue Consoli: “I legumi possono essere combinati anche con la pasta, come nella pasta e fasoi alla veneta. La pasta, nelle giuste quantità e magari nella varietà integrale, non solo non deve essere bandita dalla tavola dei diabetici, ma deve esservi molto ben rappresentata. E poi il mare, sia negli innumerevoli abbinamenti proprio con la pasta, come con gli spaghetti alle vongole o le linguine alle pannocchie, sia nel superbo abbinamento del calamaro con i porcini, che fornisce un equilibrato contenuto di proteine, carboidrati e fibre e un apporto di grassi non nocivi ovvero monoinsaturi e polinsaturi, il tutto completato da una buona digeribilità”.

Infine, dalla Sicilia, una ricca scelta di piatti con il bollino blu Sid: arancini, sarde a beccafico, caponata “light”.

“Arancino o arancina che sia, con buona pace di catanesi e palermitani, questa pietanza rappresenta una colonna portante della cucina siciliana utilizzata tutto l’anno e specialmente durante le festività”, dice Purrello. “Per preparare a casa una versione light, da consumare come piatto unico, suggeriamo di fare attenzione a pesare attentamente gli ingredienti, usare carne magra per il ragù e usare una friggitrice ad aria. Nella cucina tradizionale siciliana, le sarde a beccafico rappresentano un piatto nutriente e gustoso, da accompagnare con un contorno di verdure. Il pesce azzurro è ricco di Omega-3, un acido grasso essenziale con funzione protettiva nei confronti delle malattie cardiovascolari. Data la presenza di pangrattato, consigliamo di ridurre la quantità di pane o pasta, se si decidesse di abbinarli a questo piatto. Infine, è possibile preparare una versione leggera anche della caponata, sostituendo la frittura con una cottura al forno. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: melanzane, peperoni, carote, cipolle, sedano, capperi. Dopo la cottura al forno, va servita fredda. In questo modo diventa un piatto decisamente salutare: liberato dalla frittura, mantiene il sapore e le qualità delle tante verdure”.

Consigli nutrizionali per il paziente diabetico

La dieta ideale per la prevenzione e il trattamento delle persone con diabete prevede un’alimentazione ricca di fibre e povera di grassi animali. Le fonti di carboidrati da preferire sono cereali integrali, frutta, legumi e vegetali; in generale è preferibile evitare carboidrati a elevato indice glicemico. La Sid sottolinea come non esistano al momento evidenze per suggerire l’uso di diete a basso contenuto di carboidrati (< 130 g/die) nelle persone con diabete che dovrebbero assumerne in quantità tale da garantire il 45-60 per cento delle calorie giornaliere totali. Sebbene l’uso di saccarosio e di altri zuccheri semplici non vada demonizzato, tuttavia è importante evitarne il consumo abituale, anche in un’ottica di controllo del peso. I dolcificanti acalorici sono sicuri se consumati in quantità moderate.

In presenza di una funzione renale normale, le proteine dovrebbero fornire il 10-20 per cento delle calorie introdotte giornalmente con la dieta. Le diete iperproteiche (>20 per cento) nelle persone con diabete andrebbero evitare per un possibile aumento del rischio cardiovascolare e di danno alla funzione renale sul lungo periodo. L’assunzione con la dieta di grassi saturi e di grassi trans andrebbe limitato al massimo; in generale i grassi dietetici dovrebbero fornire il 20-35 per cento dell’energia totale giornaliera, l’assunzione di colesterolo non dovrebbe superare i 300 mg/die. È bene inserire nella dieta pesce, meglio se azzurro, due volte alla settimana, in virtù del buon apporto di acidi grassi Omega-3 polinsaturi.

Un’introduzione moderata di alcol, fino a 10 grammi al giorno nella donna e 20 grammi al giorno nell’uomo è accettabile, tranne che nei soggetti obesi o con elevati valori di trigliceridi. Assolutamente sconsigliata l’assunzione di alcol in gravidanza e nei soggetti con storia di pancreatite. I soggetti trattati con insulina possono assumere alcol, ma solo nel contesto di un pasto. Va incoraggiato il consumo di cibi ricchi di antiossidanti, microelementi e vitamine, tutti contenuti nella frutta e nei vegetali.

“Le evidenze scientifiche disponibili non consentono di valutare gli effetti a lungo termine delle diete vegetariana, vegana, chetogenica e paleolitica sul diabete tipo 2 e le sue complicanze” conclude Sesti. Viceversa, la dieta mediterranea, basata sull’introito di alimenti ricchi di fibre, provenienti da ortaggi, frutta e cereali non raffinati e povera di grassi di origine animale, è stata ampiamente studiata dimostrando i suoi benefici sia sul controllo del diabete sia sul rischio cardiovascolare. L’aderenza a un modello alimentare mediterraneo, anche in assenza di calo ponderale, riduce l’incidenza del diabete del 52 per cento rispetto a una dieta povera di grassi”.

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…