“Abbiamo deciso di mettere a fuoco in particolare il ruolo della famiglia nelle scelte alimentari e per dare un significato pratico a questo messaggio, abbiamo pensato di coinvolgere le varie sezioni regionali della Società, per suggerire una serie di piatti regionali preparati in chiave salutistica e in versione light, anche per sottolineare che l’attenzione alla dieta non deve necessariamente ammantarsi di un connotato di privazione”, sottolinea Francesco Purrello, presidente Sid.
Le ricette regionali Sid:
Abruzzo, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto
“L’idea alla base di questa iniziativa è quella di raccogliere ricette regionali che insegnino a confezionare cibi sani, ma al tempo stesso molto buoni”, spiega Agostino Consoli, presidente eletto Sid. “La “pizz e fuje” proposta dagli amici abruzzesi è un piatto facile, senza glutine, vegano che mette insieme diverse verdure a foglia con la farina di polenta. Buonissima, sazia, e ha un basso contenuto calorico. Molte delle ricette che abbiamo raccolto propongono varie versioni dello splendido accostamento dei legumi con verdure a foglia”.
Aggiunge Giorgio Sesti, presidente della Fondazione diabete e ricerca: “Lo stesso piatto a base di fave e cicoria è una classica ricetta della cucina povera italiana e specificamente pugliese. Una porzione fornisce un buon contenuto di calorie con un bilanciato contenuto di proteine, carboidrati e grassi di origine esclusivamente vegetali e pertanto non nocivi per il diabete e per l’apparato cardio-vascolare. Da non trascurare il contenuto di fibre utili per regolarizzare la funzione intestinale. Il tutto ottenuto con un basso costo, cosa che non guasta”.
Prosegue Consoli: “I legumi possono essere combinati anche con la pasta, come nella pasta e fasoi alla veneta. La pasta, nelle giuste quantità e magari nella varietà integrale, non solo non deve essere bandita dalla tavola dei diabetici, ma deve esservi molto ben rappresentata. E poi il mare, sia negli innumerevoli abbinamenti proprio con la pasta, come con gli spaghetti alle vongole o le linguine alle pannocchie, sia nel superbo abbinamento del calamaro con i porcini, che fornisce un equilibrato contenuto di proteine, carboidrati e fibre e un apporto di grassi non nocivi ovvero monoinsaturi e polinsaturi, il tutto completato da una buona digeribilità”.
Infine, dalla Sicilia, una ricca scelta di piatti con il bollino blu Sid: arancini, sarde a beccafico, caponata “light”.
“Arancino o arancina che sia, con buona pace di catanesi e palermitani, questa pietanza rappresenta una colonna portante della cucina siciliana utilizzata tutto l’anno e specialmente durante le festività”, dice Purrello. “Per preparare a casa una versione light, da consumare come piatto unico, suggeriamo di fare attenzione a pesare attentamente gli ingredienti, usare carne magra per il ragù e usare una friggitrice ad aria. Nella cucina tradizionale siciliana, le sarde a beccafico rappresentano un piatto nutriente e gustoso, da accompagnare con un contorno di verdure. Il pesce azzurro è ricco di Omega-3, un acido grasso essenziale con funzione protettiva nei confronti delle malattie cardiovascolari. Data la presenza di pangrattato, consigliamo di ridurre la quantità di pane o pasta, se si decidesse di abbinarli a questo piatto. Infine, è possibile preparare una versione leggera anche della caponata, sostituendo la frittura con una cottura al forno. Gli ingredienti sono sempre gli stessi: melanzane, peperoni, carote, cipolle, sedano, capperi. Dopo la cottura al forno, va servita fredda. In questo modo diventa un piatto decisamente salutare: liberato dalla frittura, mantiene il sapore e le qualità delle tante verdure”.
Consigli nutrizionali per il paziente diabetico
La dieta ideale per la prevenzione e il trattamento delle persone con diabete prevede un’alimentazione ricca di fibre e povera di grassi animali. Le fonti di carboidrati da preferire sono cereali integrali, frutta, legumi e vegetali; in generale è preferibile evitare carboidrati a elevato indice glicemico. La Sid sottolinea come non esistano al momento evidenze per suggerire l’uso di diete a basso contenuto di carboidrati (< 130 g/die) nelle persone con diabete che dovrebbero assumerne in quantità tale da garantire il 45-60 per cento delle calorie giornaliere totali. Sebbene l’uso di saccarosio e di altri zuccheri semplici non vada demonizzato, tuttavia è importante evitarne il consumo abituale, anche in un’ottica di controllo del peso. I dolcificanti acalorici sono sicuri se consumati in quantità moderate.
In presenza di una funzione renale normale, le proteine dovrebbero fornire il 10-20 per cento delle calorie introdotte giornalmente con la dieta. Le diete iperproteiche (>20 per cento) nelle persone con diabete andrebbero evitare per un possibile aumento del rischio cardiovascolare e di danno alla funzione renale sul lungo periodo. L’assunzione con la dieta di grassi saturi e di grassi trans andrebbe limitato al massimo; in generale i grassi dietetici dovrebbero fornire il 20-35 per cento dell’energia totale giornaliera, l’assunzione di colesterolo non dovrebbe superare i 300 mg/die. È bene inserire nella dieta pesce, meglio se azzurro, due volte alla settimana, in virtù del buon apporto di acidi grassi Omega-3 polinsaturi.
Un’introduzione moderata di alcol, fino a 10 grammi al giorno nella donna e 20 grammi al giorno nell’uomo è accettabile, tranne che nei soggetti obesi o con elevati valori di trigliceridi. Assolutamente sconsigliata l’assunzione di alcol in gravidanza e nei soggetti con storia di pancreatite. I soggetti trattati con insulina possono assumere alcol, ma solo nel contesto di un pasto. Va incoraggiato il consumo di cibi ricchi di antiossidanti, microelementi e vitamine, tutti contenuti nella frutta e nei vegetali.
“Le evidenze scientifiche disponibili non consentono di valutare gli effetti a lungo termine delle diete vegetariana, vegana, chetogenica e paleolitica sul diabete tipo 2 e le sue complicanze” conclude Sesti. Viceversa, la dieta mediterranea, basata sull’introito di alimenti ricchi di fibre, provenienti da ortaggi, frutta e cereali non raffinati e povera di grassi di origine animale, è stata ampiamente studiata dimostrando i suoi benefici sia sul controllo del diabete sia sul rischio cardiovascolare. L’aderenza a un modello alimentare mediterraneo, anche in assenza di calo ponderale, riduce l’incidenza del diabete del 52 per cento rispetto a una dieta povera di grassi”.