Per gli spermatozoi un aiuto da frutta e verdura

28 Maggio 2019

Gli antiossidanti contenuti nei vegetali sono un toccasana per gli spermatozoi. Questo quanto sostiene una ricerca italiana presentata in occasione del congresso nazionale della Società italiana di andrologia (Sia), tenutosi a Bari dal 23 al 25 maggio scorsi, secondo cui introdurre ogni giorno dagli 800 ai 1.000 mg di antiossidanti da frutta e verdura migliora le condizioni degli spermatozoi in appena due mesi.

La motilità infatti raddoppia e soprattutto è quasi dimezzato l’indice di frammentazione del Dna, un parametro indicativo della buona qualità del seme maschile.

L’indagine è stata condotta su 30 pazienti tra 25 e 40 anni, non fumatori, con infertilità idiopatica, una delle cause di infertilità maschile in maggiore aumento in cui sembra ormai certo un ruolo dello stress ossidativo, che comprometterebbe la qualità degli spermatozoi.

 “Una carenza dietetica di antiossidanti si è dimostrata strettamente correlata al danno ossidativo sugli spermatozoi e alla frammentazione del Dna spermatico”, spiega Alessandro Palmieri, presidente Sia. “Questo, aggiunto astili di vita non corretti e altri fattori di rischio come età, inquinamento ambientale, fumo o alcol, può contribuire a ridurre significativamente la fertilità maschile. Studi precedenti hanno evidenziato come integratori a base di vitamina C, vitamina E, beta-carotene, folati e zinco possono sopperire alle carenze nutrizionali e a stili di vita non corretti aiutando a migliorare i parametri seminali”.

Sulla base di queste premesse, la coordinatrice del nuovo studio italiano, Giuseppina Peluso, responsabile del laboratorio di Semiologia-Pma Ao di Cosenza, ha proposto ai pazienti una dieta ricca di sostanze antiossidanti come carnitina, coenzima Q10, vitamine del gruppo B, L-arginina, zinco acido folico e vitamina C, associandola a un corretto stile di vita per poi valutare, dopo due mesi di intervento, se vi fossero stati miglioramenti sulla qualità del liquido seminale.

“I partecipanti erano mediamente in sovrappeso e abbiamo perciò proposto una dieta ipocalorica con un apporto medio di 1.500 calorie al giorno, composta per il 25% da proteine e con carboidrati a basso indice glicemico” afferma Peluso.

“I prodotti vegetali introdotti nella dieta contenevano soprattutto vitamina C, E, beta-carotene, folati e zinco, per un introito quotidiano fra 800 e 1.000 mg di antiossidanti da circa 300 grammi di frutta e vegetali. Dopo due mesi abbiamo osservato che la motilità degli spermatozoi in generale è aumentata dal 10 al 25%, e soprattutto che dopo la dieta è raddoppiata, passando dal 7 al 15%, la motilità progressiva: gli spermatozoi hanno cioè movimenti attivi in cui percorrono una traiettoria rettilinea, non solo movimenti qualsiasi di testa o coda senza una progressione nello spazio. Inoltre, abbiamo verificato un miglioramento significativo in termini di frammentazione del Dna, indice di buona qualità degli spermatozoi: l’indice di frammentazione, che è pari al 7% nei controlli sani ed era del 20% prima della dieta, con l’alimentazione antiossidante è sceso al 12%”.

 “Questi dati mostrano che un’alimentazione ricca di antiossidanti naturali, associata a un corretto stile di vita, contribuisce a mantenere l’integrità del Dna spermatico e garantisce una migliore mobilità degli spermatozoi”, osserva Palmieri. “L’effetto benefico sulla qualità degli spermatozoi potrebbe migliorare sensibilmente la fertilità maschile, grazie al ripristino dell’equilibrio ossidativo e al mantenimento dei radicali liberi a un livello fisiologico appropriato nel microambiente del testicolo. La dieta giusta per la fertilità è perciò ricca di vitamina C da pomodori, peperoni, agrumi e fragole: questa vitamina, infatti, si è già dimostrata efficace in alcuni casi di infertilità da agglutinazione degli spermatozoi. In tavola poi non deve mancare la vitamina B6 di frutta secca e legumi, perché ha effetti positivi anche sull’infertilità idiopatica femminile e accresce perciò le probabilità di concepimento; infine, sì allo zinco di frutta secca, legumi e semi, perché interagisce con il testosterone ed è importante per la compattazione della cromatina del Dna durante la spermatogenesi, contribuendo perciò a evitare le frammentazioni del Dna che portano a spermatozoi di scarsa qualità”.

                                              

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