L’Italia aderisce alla rete internazionale Open per fronte comune contro l’obesità

16 Maggio 2019

In occasione della giornata europea dell’obesità, in calendario il 18 maggio prossimo, fa il suo debutto in Italia Open (Obesity policy engagement network), organizzazione promossa dalla Federazione mondiale World obesity, da Easo (Associazione europea per lo studio dell’obesità), dalle associazioni americane Obesity society e Obesity action coalition (Oac), con il contributo di ovo Nordisk. 

«Già presente in 10 Paesi – Arabia Saudita, Australia, Canada, Emirati Arabi, Brasile, Germania, Gran Bretagna, Israele, Spagna, Stati Uniti – Open si propone di facilitare la messa a punto di progetti e programmi volti ad affrontare questa malattia e il suo carico per la società», spiega il coordinatore di Open Italia, Andrea Lenzi, Presidente della Fondazione Italiana per la ricerca in endocrinologia e del Comitato di biosicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’obiettivo principale di Open nel nostro paese è quello di lavorare per realizzare «una strategia che porti al riconoscimento dell’obesità quale malattia e problema sociale, all’implementazione di un piano d’azione e alla realizzazione di una roadmap con il coinvolgimento del livello istituzionale», chiarisce Paolo Sbraccia, Presidente Italian wellness alliance.

Gli esperti prevedono che il superamento della soglia di 1 miliardo di obesi nel mondo avverrà presto, ed entro il 2030 saranno 1,12 miliardi. «Sovrappeso e obesità sono causa di quasi quattro milioni di morti l’anno e l’obesità costituisce un rischio elevato per la salute delle persone e per la loro aspettativa di vita» ricorda Michele Carruba, direttore del Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’Università degli studi di Milano. «La crescita dei livelli di obesità ha anche un impatto negativo sulla società e sull’economia, in quanto riduce il numero degli anni di piena produttività di una persona e aumenta i consumi di risorse sanitarie» gli fa eco Ferruccio Santini, Presidente Sio-Società italiana dell’obesità.

La maggior parte delle strategie attualmente impiegate per affrontare il fenomeno si basano sulla prevenzione, sulla dieta e sull’attività fisica. «Tutto corretto, salvo il fatto che non considerano la natura dell’obesità nel suo complesso, il bisogno di un approccio integrato alla malattia e, soprattutto, il fatto che la persona obesa non sempre cerca un aiuto o una cura» dice Antonio Caretto, presidente della Fondazione Adi-Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica. «Ciò significa, che la persona obesa andrà incontro a serie complicanze come diabete, malattie cardiovascolari, tumori, con ulteriori conseguenze per la salute e costi aumentati per l’accesso alle cure e all’assistenza» aggiunge Giuseppe Fatati, Coordinatore di IO-Italian Obesity network.

 

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