Disturbi del comportamento alimentare, occhi puntati sul microbiota intestinale

02 Aprile 2019

Il microbiota intestinale comincia a catturare l’attenzione degli addetti ai lavori anche in relazione a disturbi del comportamento alimentare (Dca).

In occasione della Giornata nazionale dei Dca, tenutasi lo scorso 15 marzo, l’Associazione italiana di dietetica e nutrizione (Adi) ha voluto porre l’accento sul fatto che ormai non si può più parlare solo di malattie psichiatriche, ma di patologie organiche che potrebbero trovare un sostegno terapeutico nei batteri che abitano l’intestino.

“Una parte sempre più crescente di letteratura sta prendendo in esame anche il ruolo del microbiota intestinale nella progressione dei Dca, dimostrando come i batteri dell'intestino possano agire sul cervello e modificare il controllo dell'appetito e delle modalità comportamentali” dice Massimo Vincenzi, vicesegretario Adi e coordinatore del gruppo sui Dca.

“Per esempio, si è visto come l’anoressia possa cambiare la composizione del microbiota, contribuendo all’insorgere di ansia, depressione e ulteriore perdita di peso. Non si può ancora parlare di causa-effetto, ma indagare sugli organismi che abitano la nostra pancia resta un filone molto attivo nella ricerca con risvolti pratici che potrebbero sicuramente aiutarci nella cura dei Dca”.

Il microbiota intestinale potrebbe rivelarsi quindi il collegamento tra fattori psicologici e fattori biologici nei disturbi alimentari e contribuire a dimostrare come regimi alimentari scorretti, diete restrittive e improvvisate possano essere una delle cause scatenanti dell’insorgenza delle patologie collegate al cibo.

“Oltre il 90% dei casi i disturbi dell’alimentazione compare dopo aver effettuato una dieta. Quando si comincia una dieta ipocalorica, soprattutto se non bilanciata, l’organismo reagisce attivando l’utilizzazione di energie e risorse supplementari allo scopo di procurarsi altro cibo”, aggiunge Vincenzi.

“Nella fase iniziale di perdita di peso la persona si sente bene, ma col passare del tempo le carenze nutrizionali finiscono con il determinare alterazioni dell’umore che inducono una restrizione sempre maggiore nell’intento di ritrovare lo stato di benessere iniziale ma anche un’ulteriore perdita di peso, innescando meccanismi che possono far si che si sfoci nell’anoressia oppure nella bulimia”.

“È importante seguire i consigli di professionisti accreditati e di specialisti quando si decide di seguire una dieta; non affidarsi a profili improvvisati o intercettati magari sui social network che prescrivendo diete incongrue   provocano gravi danni sia a livello psicologico che fisico “, conclude Giuseppe Malfi, presidente Adi.

“Per questo come associazione abbiamo espresso il nostro plauso alla proposta di legge della sen. Maria Rizzotti sui Dca, sostenendo in particolare le disposizioni introdotte sull'utilizzo dell'immagine femminile per campagne pubblicitarie nonché le sanzioni a carico delle agenzie di moda e pubblicitarie che si avvalgono di modelle che non presentano certificato medico o il cui certificato medico attesta una condizione di grave magrezza o di forte sottopeso”.

 

 

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