Gli adenomi colorettali sono lesioni benigne a rischio di degenerazione cancerosa, generalmente asintomatiche, intercettate durante l’esecuzione di colonscopia.
Lo studio ha arruolato circa 900 partecipanti, di età compresa tra 18 e 75 anni, che avevano avuto tra uno e sei episodi di adenomi colorettali confermati istologicamente e sottoposti a polipectomia nei sei mesi precedenti il reclutamento.
Il disegno dello studio prevedeva randomizzazione a ricevere berberina (0,3 g due volte ogni giorno; n=429) o placebo (n=462) e una prima colonscopia di follow-up a un anno dall'arruolamento e, in caso di recidiva assente, una seconda a due anni. L'endpoint primario era la ricomparsa di adenoma in una qualsiasi delle due colonscopie di follow-up.
Il risultato finale racconta di 155 (36%) partecipanti nel gruppo berberina e 216 (47%) nel gruppo placebo con recidiva: una riduzione del rischio relativo del 23% nel primo gruppo.
Nessun cancro colorettale è stato rilevato durante il follow-up e l'evento avverso più frequente è risultata la stipsi (1% nel gruppo berberina vs <0,5% nel gruppo placebo). Non sono stati segnalati effetti collaterali gravi.
Sohee Kwon e Andrew T. Chan, entrambi del Massachusetts general hospital di Boston, hanno definito i risultati entusiasmanti, così commentando sullo stesso numero della rivista: "Questo studio è la prima prova di una relazione tra berberina ed effetti sulla neoplasia del colon-retto nell’uomo, confermando la corposa mole di dati sperimentali da una parte e offrendo, dall’altra, un’evidenza convincente della possibilità di proporre un prodotto naturale per la chemioprofilassi del cancro colo-rettale”.
Entusiasmo, dunque, ma anche cautela, come suggerito dagli stessi Autori e dai commentatori. Tra i limiti dello studio, infatti, si sottolinea, per esempio, una maggiore prevalenza di adenomi avanzati al basale nel gruppo placebo. Inoltre, quasi il 30% dei pazienti presentava recidive già alla colonscopia di follow-up del primo anno, sollevando dubbi sulla qualità delle colonscopie pre-randomizzazione.
Nicola Miglino