Artrosi, nuova formulazione di ialuronico ad ampio spettro di pesi molecolari

20 Luglio 2020

Una nuova formulazione di acido ialuronico potrebbe rivelarsi utile strumento per rallentare la progressione dell’osteoartrosi e migliorare la sintomatologia dolorosa dei pazienti. Queste le conclusioni di uno studio clinico condotto su 60 pazienti da un gruppo di ricerca italiano e pubblicato su Diseases, rivista open access del gruppo Mdpi. La peculiarità della formulazione consiste in un acido ialuronico somministrabile per via orale con un pattern caratterizzato da diversi pesi molecolari.

“La differenza rispetto a quanto oggi disponibile sta proprio in una formulazione che contiene acidi ialuronici con diversi pesi molecolari, dove è noto che diversi pesi molecolari hanno più possibilità di essere assorbiti a livello intestinale e diversi effetti a livello periferico, prevalentemente antinfiammatori o meccanici” sottolinea Arrigo Cicero, presidente Sinut (Società italiana di nutraceutica) e prima firma del lavoro.

Lo studio clinico, randomizzato, controllato contro placebo è stato condotto su soggetti affetti da artrosi non severa del ginocchio “basandosi essenzialmente su questionari validati, correlati a sintomatologia ed elasticità articolare, peraltro verificata con esame obiettivo”, prosegue Cicero.

“I pazienti trattati con l'acido ialuronico hanno riferito sul breve termine di percepire miglioramento della sintomatologia dolorosa, miglioramento della funzionalità articolare, peraltro misurata anche oggettivamente, nonché una riduzione dell'impiego di farmaci antinfiammatori/antidolorifici al bisogno”.

Come noto, attualmente lo standard di trattamento dell’osteoartrosi prevede l’impiego di Fans, tramadolo, terapie fisiche, iniezioni intra-articolari di acido ialuronico piuttosto che steroidi fino al ricorso alla chirurgia, con risultati spesso insoddisfacenti e anche scarso consenso sull’efficacia di ciascun tipo di intervento a livello di cartilagine e tessuto sinoviale.

“Il nostro studio è sicuramente promettente, perché non abbiamo a disposizione molte armi per rallentare l'osteoartrosi in fase iniziale”, conclude Cicero. “Il dato oggettivamente più forte è, a mio avviso, la minore necessità dei pazienti di assumere antidolorifici e/o antinfiammatori. Studi di più lunga durata e su più ampie numerosità campionarie sono necessarie per confermare queste osservazioni preliminari”.

Nicola Miglino

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