Omega-3: fonti animali o vegetali? Le differenze da uno studio nord-europeo

01 Luglio 2020

Fonti animali o vegetali di Omega-3 agiscono in maniera diversa sul metabolismo lipidico, con potenziali benefici complementari. Questo il risultato di uno studio frutto della collaborazione tra la University of Eastern Finland e il Karolinska Institutet di Stoccolma, che ha voluto indagare gli effetti su metabolismo lipidico e infiammazione di una dieta a base di pesce grasso o magro, piuttosto che con l’aggiunta di un olio vegetale, nella fattispecie olio di camelina.

Un gruppo di 80 volontari è stato così suddiviso in 4 bracci trattati, per 12 settimane, rispettivamente con dieta a base di pesce grasso (Ff, n=20, quattro porzioni a settimana: mediamente 1 g Epa+Dha/die), pesce magro (n=21, quattro porzioni a settimana), olio di camelina (Cso, n=18, 30 ml/die: mediamente 10 g di Ala. Per il resto, consumo di carne bianca e solo una porzione di pesce a settimana), gruppo di controllo (n=20. Consumo di carne bianca e solo una porzione di pesce a settimana).

L’esame dei metaboliti plasmatici a inizio e fine studio ha evidenziato, nel gruppo Ff, un aumento delle concentrazioni di acido 18-idrossieicosapentaenoico (18-Hepe) e 4-, 17-idrossidocosaesaenoico (4-, 17-HDoHE), derivati rispettivamente di Epa (acido eicosapentaenoico) e Dha (acido docosaesaenoico). Nel gruppo Cso, invece, si è avuto un aumento della concentrazione di lipidi derivati da α-linolenico (Ala).  In entrambi questi due gruppi si è registrata una riduzione di acido arachidonico (Aa), con un effetto decisamente più marcato nel gruppo Cso dove si è evidenziato un calo importante di alcuni metaboliti dell’Aa, quali per esempio, la 5-iso prostaglandina F2α-VI, riconosciuti come potenzialmente dannosi per la salute cardiovascolare. Per l'olio di camelina si è vista anche una riduzione di marcatori di stress ossidativo mentre è noto come 18-Hepe e 4-, 17-HDoHE inducano la produzione di protectine e resolvine, mediatori lipidici ad azione antinfiammatoria. Nessun beneficio su profilo lipidico e infiammazione dal consumo di pesce magro.

"L'olio di camelina e il pesce grasso esercitano un’azione importante sul metabolismo lipidico, nel primo caso con aumento in circolo di metaboliti dell’Ala e diminuzione di derivati pericolosi dell’acido arachidonico. Nel secondo, con maggiore circolazione di metaboliti lipidici ad azione antinfiammatoria derivati da Epa e Dha”, sottolinea Topi Meuronen, ricercatore alla University of Eastern Finland e primo Autore della ricerca. “Il nostro studio aggiunge informazioni supplementari su come gli acidi grassi polinsaturi derivanti dalla dieta possano dunque essere impiegati per interferire con le vie metaboliche coinvolte nella patogenesi delle malattie cardiovascolari e del diabete di tipo 2”.

Nicola Miglino

 

 

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