Usa, National institutes of health: dieta sana aiuta a prevenire l’Alzheimer

24 Giugno 2020

Una dieta sana si rivela una volta di più fattore protettivo, insieme ad attività fisica e intellettuale e la condizione di non fumatore, per lo sviluppo di malattia di Alzheimer. La conferma giunge da uno studio osservazionale, retrospettivo condotto sui dati di circa 3 mila persone, finanziato dal National institute on aging (Nia), parte dei National institutes of health (Nih), e pubblicato su Neurology, la rivista dell'American academy of neurology.

Il gruppo di ricerca ha esaminato i dati di due popolazioni di altrettanti studi longitudinali già finanziati dall’ Nia: il Chicago health and aging project (Chap) e il Memory and aging project (Map)

 Sono stati selezionati soltanto i partecipanti di cui erano disponibili dati su dieta, stili di vita, genetica e funzioni cognitive, per un totale di 2.765 persone.

Ogni partecipante è stato valutato su 5 parametri:

  • aderenza a una dieta di alta qualità, nella fattispecie la cosiddetta Mediterranean-Dash intervention for neurodegenerative delay (Mind), che combina la dieta mediterranea con la Dash (Dietary approaches to stop hypertension);
  • consumo lieve-moderato di alcol;
  • almeno 150 minuti di attività fisica moderata a settimana;
  • condizione di non fumatore;
  • impegno in attività intellettuali.

Il punteggio rilevato è stato poi incrociato con le diagnosi di Alzheimer. I risultati segnalano che chi soddisfa almeno quattro se non tutti e cinque i criteri riduce del 60 per cento il rischio di Alzheimer rispetto a chi ne soddisfa solo uno o nessuno del tutto. Per due o tre, il rischio si riduce del 37%.

"Questo studio di popolazione non ci può portare a conclusioni di rapporti causa effetto ma ci aiuta a fornire un quadro dei fattori coinvolti nel rischio di sviluppare la malattia", sottolineano gli Autori.

“Per quanto riguarda gli studi di intervento, c’è grande attesa per la pubblicazione, prevista ad aprile 2021, dei risultati del Mind diet intervention to prevent Alzheimer's disease, teso a valutare gli effetti di una dieta combinata tra modello mediterraneo e Dash sul declino cognitivo in soggetti anziani in sovrappeso, con dieta non ottimale ma senza deterioramento cognitivo”

La pubblicazione su Neurology rappresenta un indizio ulteriore che si aggiunge a quanto evidenziato da altri studi negli ultimi mesi a partire da una recente analisi effettuata da un gruppo di ricercatori americani su un campione di circa 8 mila partecipanti agli studi Areds e Areds2: chi seguiva con maggiore assiduità una dieta mediterranea aveva una riduzione del 45-50% circa del rischio di sviluppare deficit cognitivi. La maggiore azione protettiva sembra garantita da un elevato consumo di pesce e verdure.

È dello scorso maggio, invece, la pubblicazione di un’analisi dei dati del Framingham heart study, in cui emerge come una dieta ricca di flavonoidi possa preservare dal rischio di sviluppare demenza e Alzheimer.

Nicola Miglino

 

Top
Questo sito utilizza i cookies, che consentono di ottimizzarne le prestazioni e di offrire una migliore esperienza all'utente. More details…