Il selenio ha un effetto significativo nell'aumentare la capacità antiossidante totale nelle pazienti con sindrome dell’ovaio policistico (Pcos), un dato interessante dal momento che tutte le pazienti presentano elevati livelli di stress ossidativo e questa condizione cronica, insieme all’esaurimento degli antiossidanti, contribuisce all'iperplasia mesenchimale ovarica.

La sindrome dell'ovaio policistico (Pcos) è la causa più comune di infertilità nelle donne in età riproduttiva. L'aumento dei livelli di specie reattive dell'ossigeno e la ridotta capacità antiossidante nelle pazienti, possono portare a disordini metabolici e danneggiare i tessuti ovarici, con conseguente comparsa di sintomi correlati. Il trattamento con antiossidanti consente risultati soddisfacenti, tanto che diverse ricerche ne hanno dimostrato la capacità di migliorare l'ambiente ovarico, promuovere la maturazione follicolare e aumentare la quantità di ovociti, regolando il metabolismo di lipidi e glucosio, nonché la funzione delle cellule endoteliali vascolari, attenuando così l'adiposità e riducendo il tasso di insorgenza di complicanze croniche.

Considerata la sua capacità di migliorare la resistenza all'insulina, si è fatta strada l’ipotesi di una possibile utilità d’impiego dell'acido alfa-lipoico (Ala) nel trattamento della sindrome dell’ovaio policistico (Pcos), anche in associazione al myo-Inositolo, a sua volta forte di evidenze robuste di efficacia in quest’ambito.

La berberina potrebbe rappresentare un nuovo integratore alimentare sicuro, utile ed efficace nella strategia di trattamento in caso di sindrome dell’ovaio policistico (Pcos). Le indicazioni giungono da uno studio pubblicato su Nutrients, coordinato da Mariangela Rondanelli, docente di Scienze e tecniche dietetiche all’Università di Pavia.

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