Oggi si guarda con interesse agli effetti di diversi macronutrienti e micronutrienti su insorgenza ed evoluzione dell’artrite reumatoide. L'assunzione eccessiva di zucchero e l’eccesso calorico sono oggi ampiamente accettati come fattori di rischio, mentre esistono controversie sugli effetti di carne rossa, zinco, ferro, N-acetilcisteina (Nac), acidi grassi polinsaturi Omega-3, vitamina D e selenio, così come si continuano a rivalutare gli ingredienti estratti dalle piante per i loro effetti promettenti sulla prevenzione dell'insorgenza e sul miglioramento della gravità della malattia. 

La concentrazione sierica di selenio potrebbe essere considerata uno dei fattori che influenzano la comparsa di sindrome metabolica (Mets) nella donna, secondo uno studio pubblicato di recente su Aging.

Il selenio ha un effetto significativo nell'aumentare la capacità antiossidante totale nelle pazienti con sindrome dell’ovaio policistico (Pcos), un dato interessante dal momento che tutte le pazienti presentano elevati livelli di stress ossidativo e questa condizione cronica, insieme all’esaurimento degli antiossidanti, contribuisce all'iperplasia mesenchimale ovarica.

L'integrazione con micronutrienti, in particolare coenzima Q10 (CoQ10), zinco, rame, selenio e ferro, potrebbe contribuire a migliorare la funzione miocardica nei pazienti con scompenso cardiaco (Sc). Questo quanto sostiene un gruppo di ricercatori anglo-olandesi in una review pubblicata di recente sul Journal of internal medicine, tesa a fare il punto sui meccanismi di regolazione della funzione mitocondriale in gioco nella fisiologia del muscolo cardiaco.

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