Negli ultimi anni, sono emerse diverse evidenze sulla capacità di molti fitoterapici e/o nutraceutici di interferire con alcuni parametri legati alla sindrome metabolica, contribuendo così a ridurre lo sviluppo di rischio cardiovascolare. Come discusso recentemente a Bologna, nel corso del congresso nazionale Sinut (Società italiana di nutraceutica), si sta assistendo a una diffusione di questi prodotti, in particolare nel campo dell’eccesso ponderale e del diabete mellito di tipo 2 con obesità.

Il 5-idrossitriptofano (5-Htp), aminoacido naturale che non partecipa alla sintesi proteica ma è il precursore del neurotrasmettitore serotonina e dell'ormone amminico melatonina, svolge un ruolo importante nella regolazione delle emozioni, del comportamento, del sonno, del dolore e della temperatura corporea. È attualmente usato nel trattamento di depressione, insonnia ed emicrania, ma il suo ruolo si sta dimostrando interessante anche in altri ambiti terapeutici.

Si terrà a Pavia, dal 22 al 24 giugno prossimi la quinta edizione del corso teorico-pratico sull’applicazione clinica della terapia chetogenica, promosso dal Centro interdipartimentale di studi e ricerche sulla nutrizione umana e i disturbi del comportamento alimentare dell’Università degli studi di Pavia. Titolo dell’appuntamento: Dalla dieta chetogenica classica al semi-digiuno.

“È una questione di costituzione”. “Con l’età mio figlio dimagrirà”. “Tanto basta una dieta”. Questa una serie di luoghi comuni sull’obesità diventati traino della campagna “Non nasconderti dietro false convinzioni. La verità sul peso.”, presentata nei giorni scorsi alla stampa da Novo Nordisk, in partnership con diverse società scientifiche multidisciplinari e l’associazione Amici Obesi.

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