Una dieta a basso contenuto di carboidrati può ridurre il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 e promuovere la perdita di peso. Questi i risultati di uno studio americano, della durata di sei mesi, recentemente pubblicato su Jama network open, condotto su 150 adulti (72% donne, prevalentemente di colore) di età compresa tra 40 e 70 anni in condizione di cosiddetto prediabete o diabete moderato, ovvero con livelli di emoglobina glicata (HbA1c) compresi tra 6,0 e 6,9%.
In collaborazione con Norsan
Il numero di soggetti caratterizzati da sovrappeso, diabete mellito di tipo 2 e alterazioni della funzionalità epatica legate a un fegato steatosico è in costante aumento. Younossi et Al. nel 2016 [1] indicavano la prevalenza globale di steatosi epatica non alcolica (NAFLD) al 25,24% (CI 95%: 22,10-28,65), con la più alta prevalenza in Medio Oriente e Sud America e la più bassa in Africa.
Spesso, le cause risiedono nell’alimentazione e nello stile di vita, favorenti uno stato di infiammazione silente, anticamera di vere e proprie malattie cardiometaboliche. È importante migliorare l’assunzione dei macronutrienti, ottimizzando l’apporto di sostanze nutritive essenziali che concorrono alla regolazione dell'infiammazione.
Il frutto di avocado Hass (Persea americana) costituisce almeno il 90% degli avocado consumati negli Stati Uniti e la maggior parte di quelli consumati in tutto il mondo. Con una consistenza cremosa, è ricco di acido oleico, fibre, micronutrienti e sostanze fitochimiche. Studi clinici e osservazionali hanno identificato diversi effetti sulla salute dell'avocado Hass dovuti principalmente alla combinazione unica di alto rapporto acido oleico/Sfa, una fibra prebiotica e viscosa multifunzionale, una densità energetica relativamente bassa.
Diversi alimenti come, per esempio melograno, more, lamponi, fragole e mirtilli rossi, sono ricchi di ellagitannini, una classe di polifenoli naturali che, dopo l'ingestione, vengono idrolizzati nell'intestino tenue in acido ellagico, raggiungendo il colon. Attraverso l'azione del microbiota, questo acido viene convertito in urolitine a loro volta ulteriormente modificate dagli enterociti dell'intestino crasso e dal fegato (per metilazione, glucuronidazione e solfatazione) per produrre forme coniugate.