L’Italia ha raggiunto la iodosufficienza. Buone notizie, dunque, per il nostro Paese grazie all’indagine condotta dall’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi in Italia (Osnami) dell’Istituto superiore di sanità (Iss), in collaborazione con gli Osservatori regionali per la prevenzione del gozzo.

Poiché l'ormone tiroideo è essenziale per il neurosviluppo, le donne incinte e i bambini piccoli sono particolarmente vulnerabili agli effetti della carenza di iodio. L'assunzione di questo nutriente deve essere aumentata durante la gravidanza, da 220 a 250 µg/die, per soddisfare le richieste di aumento della produzione e del trasferimento placentare dell'ormone tiroideo essenziale per uno sviluppo fetale ottimale. 

Una review da poco pubblicata su Nutrients fa il punto rispetto al rischio per la tiroide rappresentato dal perclorato, il cui impiego in fertilizzanti naturali o la cui presenza in acque irrigue contaminate possono portare a un notevole accumulo della sostanza nei vegetali a foglia. Ne abbiamo parlato con due degli Autori: Vincenzo Triggiani, Professore Associato di Endocrinologia all’Università degli studi di Bari e Giuseppe Lisco, dirigente medico presso Asl Brindisi, Ospedale Perrino, Uo Endocrinologia e malattie del metabolismo e cultore della materia in Endocrinologia presso l'Università degli studi di Bari.

Oltre il 30% dei pazienti con malattia tiroidea fa uso di integratori. Eppure, la classe medica mostra scetticismo totale o non si rivela sufficientemente preparata per discutere con loro di rischi e benefici, sulla base delle evidenze scientifiche che oggi emergono dalla ricerca.

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