Serotino o mattutino? Ovvero, siamo più attivi alle prime ore dell’alba o nella seconda parte della giornata? Il cosiddetto cronotipo sembra non essere indifferente per il nostro metabolismo e sono sempre più numerosi gli studi che sottolineano l’importanza di assecondare i ritmi biologici dell’organismo per assicurarne salute e benessere. Ecco così che un gruppo di ricercatori italiani, guidati da Sofia Lotti, nutrizionista presso il dipartimento di Medicina sperimentale e clinica dell’Università di Firenze, ha condotto una metanalisi, pubblicata su Advances in nutrition, tesa a fare il punto sul rapporto tra ritmi circadiani, dieta e stato di salute.

Diversi modelli dietetici considerati “sani”, come la dieta mediterranea, la dieta Dash o la dieta vegetariana, condividono un consumo quotidiano di frutta e verdura, comprendendo però, anche la frutta a guscio tra gli alimenti chiave. In particolare, il consumo frequente di noci è stato inversamente associato a minor rischio di malattie cardiovascolari in ampi studi di coorte prospettici, riassunti in diverse metanalisi.

Vitamina D efficace nella prevenzione cardiovascolare soltanto in soggetti con carenza. Questo il dato che sembra emergere da due studi comparsi di recente sull’American journal of clinical nutrition e sull’European heart journal.

Correggendo per tempo una carenza di ferro intorno ai 50 anni si potrebbe prevenire il 10% di eventi coronarici in quella fascia d’età. Questo quanto suggerito da uno studio pubblicato nei giorni scorsi su Esc hearth failure, rivista della Società europea di cardiologia (Esc).

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