Vitamina B6 come possibile argine alla tempesta citochinica che caratterizza l’evoluzione del quadro clinico in pazienti colpiti da Covid-19. L’ipotesi viene suggerita su Frontiers in Nutrition da un gruppo di scienziati asiatici guidati dal giapponese Thanutchaporn Kumrungsee, che tracciano uno scenario plausibile sulla base di alcune evidenze in letteratura.

Varietà e quantità dei batteri intestinali possono incidere sulla gravità di Covid-19 e sulla risposta del sistema immunitario all'infezione, secondo una ricerca pubblicata di recente su Gut. Non solo: una situazione di disbiosi può avere anche ricadute nel cosiddetto post-Covid, ovvero quella sindrome che persiste nei pazienti colpiti dalla malattia anche dopo l’eliminazione del virus.

Un’integrazione con zinco e/o vitamina C non aiuta a ridurre i sintomi di Covid-19. Questi i risultati di uno studio randomizzato, in aperto, condotto su un gruppo di 214 pazienti positivi al tampone molecolare e pubblicato di recente su Jama network open.

Nuovi dati a corredo dell’ipotesi che la vitamina D ad alte dosi migliori la prognosi di Covid-19 giungono da un’analisi condotta da un team dell’Università di Parma, Verona e degli Istituti di ricerca Cnr di Reggio Calabria e Pisa guidato da Sandro Giannini del dipartimento di Medicina dell’Università di Padova, pubblicata su Nutrients.

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