La dieta chetogenica sembra promettere miglioramenti su umore, attività fisica e qualità della vita nei pazienti colpiti da Sclerosi multipla (Sm), secondo i risultati preliminari di uno studio annunciato nei giorni scorsi e che verrà presentato in anteprima al 74.mo Congresso nazionale dell’American academy of neurology a Seattle, dal 2 al 7 aprile prossimi.

Una supplementazione con corpi chetonici potrebbe contribuire a migliorare il flusso ematico cerebrale e le funzioni cognitive in soggetti obesi. Sono i risultati di uno studio canadese pubblicato su The journal of physiology che ha coinvolto per il momento un piccolo gruppo di volontari ma che segna una prima indicazione di una possibile applicazione dei ketone bodies in ambito neurocognitivo in caso di obesità.

Crescono le evidenze a supporto dei benefici che una supplementazione di corpi chetonici può apportare in soggetti cardiopatici. È dei giorni scorsi, infatti, la pubblicazione di una review sul Journal of the american college of cardiology che ha preso in rassegna i dati più recenti sul tema.  Gli Autori hanno valutato i vantaggi terapeutici sul profilo cardiovascolare dell'aumento dei livelli di chetoni circolanti determinato da  diversi approcci.

La loro popolarità è in crescita, in particolare tra chi ha l’obiettivo di perdere peso. Un gruppo di clinici americani, però, ne ha voluto verificare, sulla base dei dati oggi disponibili, l’effetto su indici metabolici legati al rischio cardiovascolare. Parliamo della dieta chetogenica e del digiuno intermittente, oggetto di una review da poco pubblicata sull’American journal of medicine. Obiettivo degli autori era raccogliere informazioni e indicazioni sulla base di quanto a oggi noto in merito all’effetto dei due approcci dietetici su obesità, dislipidemia, ipertensione e glicemia.

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