Dieta vegetariana, la migliore arma contro l’ictus

04 Marzo 2020

La dieta vegetariana mette al riparo dal rischio ictus, secondo i risultati di uno studio prospettico, osservazionale, condotto a Taiwan su due gruppi di circa 13.500 persone complessive e pubblicato su Neurology, organo ufficiale dell’American academy of neurology.

I ricercatori hanno valutato i dati di due coorti provenient dalla comunità buddista di Taiwan afferenti ad altrettanti studi e reclutati in un caso tra il 2007 e il 2009 e, nell’altro, nel 2005. Tali dati sono poi stati incrociati con un database nazionale per verificare, con un follow up terminato a fine 2014, l’incidenza di ictus.

Circa il 30% dei partecipanti in entrambi i gruppi era vegetariano. Il 25%, maschi. A inizio studio, l'età media dei partecipanti era di 50 anni e nessuno aveva avuto un ictus. Il primo gruppo di 5.050 persone è stato seguito per una media di sei anni. Il secondo, di 8.302 persone, per una media di nove. I partecipanti sono stati sottoposti a una serie di esami ematochimici e a un questionario sulle abitudini alimentari.

Tra i vegetariani, si registrava un maggiore consumo di noci, verdure e soia e minore di latticini. Entrambi i gruppi hanno consumato la stessa quantità di uova e frutta. Nell’insieme, chi seguiva una dieta vegetariana assumeva più fibre e proteine ​​vegetali e meno proteine ​​e grassi animali.

Nel primo gruppo di 5.050 persone, si sono registrati 54 casi di ictus. Per quanto riguarda la forma ischemica, ci sono stati tre casi tra i 1.424 vegetariani (0,21%), rispetto ai 28 tra i 3.626 non vegetariani (0,77%). Dopo aggiustamento per età, sesso, fumo e condizioni di salute quali ipertensione e diabete, i ricercatori hanno calcolato che la dieta vegetariana riduceva il rischio di ictus ischemico del 74%.

Nel secondo gruppo di 8.302 persone, ci sono stati 121 ictus. La somma totale tra forma ischemica ed emorragica dava 24 casi tra i 2.719 vegetariani (0,88%) e 94 su 5.583 non vegetariani (1,73%). Dopo aggiustamento per diversi fattori correttivi, il dato finale era che i vegetariani presentavano un rischio complessivo di ictus inferiore del 48%, del tipo ischemico del 60% e del 65% di quello emorragico.

“I nostri risultati evidenziano inequivocabilmente un effetto protettivo della dieta vegetariana”, commentano gli Autori. “Il più importante fattore di rischio modificabile per l’ictus è l'ipertensione e nel nostro lavoro i vegetariani presentavano valori pressori borderline o elevati con una prevalenza decisamente inferiore. Lo stesso per altri marcatori quali c-Ld e diabete. Oltretutto, verdure, soia e noci, principali componenti della dieta nei vegetariani dei due gruppi, sono ricchissimi di antiossidanti in grado di migliorare la funzione endoteliale e ridurre la comparsa di aterosclerosi”.

Tra i limiti della ricerca riconosciuti dagli Autori, innanzitutto il fatto che il questionario sulle abitudini alimentari è stato sottoposto solo all’inizio dello studio e, pertanto, non è noto se vi siano stati eventuali cambiamenti nel tempo. Altro aspetto da tenere in considerazione è che i partecipanti erano particolarmente virtuosi: non bevevano e non fumavano, attenendosi alle disposizioni comportamentali previste per entrare a far parte delle due comunità buddiste. Ciò significa che potrebbero non essere rappresentativi della popolazione generale.

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