Omega 6, nuovi dati su protezione cardiovascolare

14 Maggio 2019

Gli acidi grassi omega-6 sembrano confermare la loro capacità di ridurre il rischio di comparsa di malattie cardiovascolari. Questa la nuova sentenza su una questione molto dibattuta negli ultimi anni relativa ai loro reali benefici, laddove alcuni li hanno sempre considerati alla base dei processi infiammatori che caratterizzano molte malattie croniche, mentre altri hanno sempre visto l’acido linoleico (La), il più diffuso degli omega 6, fattore importante nel ridurre il rischio di malattia.

Una recente analisi, appena pubblicata su Circulation, ha preso in esame i dati di 30 studi prospettici osservazionali di 13 paesi, per un totale di circa 69.000 persone coinvolte e un follow-up compreso tra 2,5 e 31,9 anni. Sono stati messi a confronti i livelli basali di linoleico e il rischio di sviluppare o morire di malattie cardiovascolari

Alti livelli di La sono risultati significativamente associati a una riduzione del 7% del rischio di sviluppare malattia cardiovascolare, del 22% di mortalità cardiovascolare, e del 12% di di ictus ischemico. Nessuna correlazione significativa, invece, per l’acido arachidonico.

Una ricerca simile era stata pubblicata nel 2017 su Lancet. Gli Autori avevano analizzato i dati di 20 studi su 40.000 persone di 10 paesi diversi. i soggetti coinvolti avevano età differenti e nessuna diagnosi di diabete di tipo 2 all'inizio degli studi, quando sono stati rilevati in laboratorio i livelli ematici di La e Aa. Nel corso degli studi, si sono registrati 4.347 nuovi casi di diabete e chi aveva i più alti livelli iniziali di La ha fatto registrare un rischio di sviluppare la malattia più basso del 35%.

"I benefici per la salute che possono derivare dal consumo di omega-6, e in particolare di acido linoleico, il più presente nella dieta, sono controversi", ha detto Bill Harris, uno degli Autori del lavoro su Circulation. "Questi due studi confermano che consumare più La riduce il rischio di diabete e malattie cardiovascolari” Secondo Harris, poiché La può essere convertito in Aa, che è il precursore di molte molecole pro-infiammatorie, alcuni ricercatori ritengono che lo stesso avrebbe proprietà pro-infiammatorie. Un punto di vista, sottolinea, piuttosto semplicistico giacché per prima cosa è poca la quantità di La trasformata in Aa e, poi, sia l’arachidonico che il linoleico sono in grado di produrre anche molecole anti-infiammatorie.

"Indipendentemente dalla biochimica” conclude Harris, stiamo finalmente avendo risposte alla domanda se chi consuma più omega 6 si ammali di meno”. Gli ultimi dati che stanno emergendo, confermano la previsione fatta 10 anni fa in un Advisory board dell’American Heart Association proprio dallo stesso Harris secondo il quale “Ridurre l'assunzione di omega-6 comporterebbe più rischi che benefici”.

 

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