Donne anziane: più vitamina D aiuta la memoria ma allunga tempi di reazione

18 Marzo 2019

Donne anziane in sovrappeso e obese che assumono più del triplo della dose giornaliera raccomandata di vitamina D mostrano miglioramenti nella memoria e nell'apprendimento, ma evidenziano tempi di reazione più lunghi, con conseguente possibile maggior rischio di cadute. Queste le conclusioni di uno studio controllato, randomizzato, pubblicato su The Journal of Gerontology: Series A in cui i ricercatori hanno voluto valutare l'impatto della vitamina D sulla funziona cognitiva di tre gruppi di donne in menopausa, tra i 52 e i 64 anni, con Bmi medio di 30 Kg/m2.


Un gruppo ha assunto la dose giornaliera raccomandata di 600 unità internazionali (Ui), equivalenti a 15 microgrammi, di vitamina D per un anno. Un altro gruppo ha preso 2.000 Ui al giorno e il terzo 4.000. Tutte le donne hanno ricevuto consigli sullo stile di vita e sono state incoraggiate a perdere peso.
Il valore medio basale di 25(OH)D nel siero, a inizio studio, era di 22,6 ng/ml, aumentato dopo un anno di trattamento a 30,2, 36,0 e 40,8 nei gruppi 600, 2.000 e 4.000, rispettivamente (p <0,001).
Memoria e apprendimento sono migliorati in chi aveva assunto 2.000 Ui al giorno, ma non nel gruppo sottoposto al dosaggio più elevato. Contestualmente, il tempo di reazione mostrava un peggioramento tendenziale verso le 2.000 Ui sino a diventare significativamente maggiore al dosaggio più elevato.
"Il tempo di reazione più lento può avere esiti negativi come il potenziale aumento del rischio di cadute e fratture", sottolinea Sue Shapses, principale autore dello studio, docente universitario presso il dipartimento di Scienze nutrizionali della Rutgers University-New Brunswick, nonché direttore del New Jersey Obesity Group . "Già altri ricercatori avevano notato che la supplementazione di vitamina D a circa 2.000 Ui/die o più aumenta il rischio di cadute, senza individuarne il perché. Le conclusioni del nostro team potrebbero essere la risposta. Molti pensano che più vitamina D sia meglio, ma non è sempre così”.
Secondo Shaps 4.000 Ui al giorno “potrebbero non essere un problema per i più giovani, ma negli anziani rischiano di compromettere la camminata o il recupero dell’equilibrio per evitare una caduta. Ovviamente si tratta di una deduzione, in attesa di conferma da parte di studi in grado di correlare livelli di Vitamina D, capacità cognitive e rischio di cadute”.

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