“La nutraceutica è una scienza in rapida evoluzione”, sottolinea Arrigo Cicero, presidente Sinut. “Le evidenze scientifiche sui meccanismi farmacologici siti alla base dell’effetto dei nutraceutici aumentano rapidamente e in modo esponenziale. Meno rapida è la conferma clinica dell’efficacia e ancora meno incisivo l’aumento delle conoscenze di farmacocinetica e di sicurezza sul lungo termine. Tuttavia, pur non potendo vantare formalmente l’efficacia dei nutraceutici più evidence-based, oggi abbiamo a disposizione prove di efficacia per la gestione di condizioni cliniche gravi ove la farmacoterapia convenzionale non arriva o non è adeguatamente tollerata. Penso, per esempio, al sostegno alla funzione cardiaca on top a terapia ottimale, piuttosto che in caso di declino cognitivo iniziale, neuropatie periferiche, prevenzione della preeclampsia o tamponamento degli effetti collaterali di farmacoterapie importanti. A fronte di questo, almeno il 50% del mercato dei nutraceutici si basa su prodotti aspecifici, spesso sottodosati, finalizzati a condizioni aspecifiche o, talora, gestibili con ottimi farmaci low-cost e ampiamente studiati per efficacia e sicurezza”.
Su questo fronte, diventa determinante l’aiuto del professionista sanitario adeguatamente formato, in grado di fornire i migliori consigli al consumatore finale: “L’aumento delle competenze del personale sanitario coinvolto nel suggerimento dei nutraceutici può aiutare il consumatore/paziente a finalizzare l’investimento che fa verso una scelta di prodotti formulati in modo razionale, adeguatamente dosati, da assumersi per un tempo adeguato, per evitare appunto che sprechi risorse e concentrazione su prodotti inutili o assunti a dosi e per tempi incompatibili con l’effetto desiderato”, prosegue Cicero. “In questo contesto il personale sanitario deve essere sempre più edotto sugli avanzamenti scientifici riguardanti la nutraceutica, ma anche a non essere traviato dalla lettura di studi parascientifici, dove tutto sembra molto efficace e sicuro, a discapito della plausibilità biologica del risultato e/o della reale fattibilità dello studio proposto”.
E l’industria? “Gioca un ruolo fondamentale nel perseguire il risultato etico di promuovere la commercializzazione di prodotti realmente utili, testati in modo corretto e credibile, e col supporto di una informazione medico-scientifica di alto livello”, prosegue Cicero, così concludendo: “I limiti legislativi imposti alla nutraceutica impediscono spesso di impiegare dosaggi efficaci e che l’avanzamento delle conoscenze scientifiche possa essere divulgato ai professionisti sanitari. A oggi, la maggior parte dei prodotti nutraceutici venduti è aspecifica e/o sottodosata, mentre le prove scientifiche mostrano evidenze di efficacia di monocomponenti o oligocomponenti a dose piena su outcome di salute specifici e forti. Uno dei compiti degli esperti in nutraceutica è quello di colmare questi gap burocratici ed educazionali”.
Nicola Miglino