“Parliamo di un frutto ricco di citrullina e arginina, precursori dell'ossido nitrico, oltre che di polifenoli e carotenoidi che ne suggeriscono un ruolo benefico su più fronti”, sottolineano gli Autori. “Con il nostro lavoro abbiamo voluto verificare, in letteratura, quali fossero le evidenze precliniche e cliniche a riguardo, prendendo in esame le pubblicazioni dal 2000 al 2020 e valutando, così, sia l’effetto del consumo di anguria che quello di un’integrazione di L-citrullina, suo componente caratteristico, su alcuni esiti cardiovascolari e metabolici”.
Da quanto analizzato, emerge la capacità del frutto, come della supplementazione, di ridurre la pressione sanguigna, secondo quanto riportato da studi sull'uomo. Cominciano a emergere dati clinici anche relativi ai benefici sul metabolismo lipidico, a conferma di quanto già osservato su modelli animali. Meritano approfondimenti alcune evidenze sul ruolo nel controllo del peso corporeo, probabilmente grazie a un’azione sul meccanismo fame/sazietà, e sul miglioramento dell'omeostasi del glucosio in modelli animali di diabete. Tra le aree di interesse emergenti, gli effetti su sistema nervoso centrale e intestino in virtù, da una parte, dell’elevata biodisponbibiltà di ossido nitrico in questi tessuti e, dall’altra, da evidenze che suggeriscono miglioramenti nella funzione della barriera intestinale e del microbiota dopo il consumo di anguria.
Così commentano gli Autori: “Nel complesso, l'anguria sembra in grado di fornire una combinazione di nutrienti e fitochimici che agiscono da più fronti determinando svariati effetti biologici. Centrale, in questa funzione, il ruolo di citrullina e arginina la cui azione cardiometabolica, però, è indubbiamente potenziata da altri componenti importanti come polifenoli, licopene, potassio e magnesio. A questo punto, sono più che mai necessari ulteriori dati clinici su popolazioni differenti, per quantificare dosi e consumi del frutto, dei suoi derivati piuttosto che di una supplementazione al fine di promuovere interventi preventivi e terapeutici”.