Dieta a tempo ristretto: benefici in caso di diabete con sovrappeso

03 Novembre 2021

Una dieta limitata temporalmente a 10 ore al giorno, tecnicamente definita time-resctricted feeding (Trf), è in grado, in soggetti con diabete di tipo 2 e sovrappesso, di migliorare, nel giro di 12 settimane, glicemia, sensibilità all’insulina, determinando anche perdita di peso. Questi i risultati di uno studio clinico pubblicato di recente su Nutrition metabolism, primo a valutare tale approccio dietetico in questo setting di pazienti.

Nello specifico, sono stati reclutati 120 soggetti adulti in sovrappeso con diabete di tipo 2, randomizzati a seguire due schemi di alimentazione: Trf (n = 60) o controllo (n = 60). I pazienti del gruppo Trf hanno seguito per 12 settimane uno schema che prevedeva alimentazione ad libitum dalle 8:00 alle 18:00 (10 ore) e digiuno dalle 18:00 alle 8:00. Il gruppo di controllo seguiva la dieta abituale senza alcuna restrizione temporale.

Nelle 12 settimane di intervento l'HbA1c ed il peso corporeo sono diminuiti nel gruppo Trf (- 1,54% ± 0,19 e - 2,98% ± 0,43 kg, rispettivamente) rispetto ai controlli. Sempre nel gruppo attivo, gli indici Homa-β e Homa–Ir sono cambiati significativamente (0,73 ± 0,21, p = 0,005; - 0,51 ± 0,08, p = 0,02, rispettivamente) così come sono migliorati lo score Mes (Medication effects score = dose attuale/dose massima) e i livelli di trigliceridi, colesterolo totale e Ldl (- 0,66 ± 0,17, p = 0,006; - 0,23 ± 0,08 mmol/L, p = 0,03; - 0,32 ± 0,07 mmol/L, p = 0,01; - 0,42 ± 0,13 mmol/L, p = 0,02, rispettivamente).  Nessuna differenza, invece, tra i due gruppi per quanto riguarda c-Hdl.

“La nostra analisi ha messo in evidenza come un intervento di Trf sia in grado di ridurre i livelli di glicemia a digiuno del 15% e i valori di HbA1c del 18%, circa il doppio di quanto consentito dai farmaci, un dato davvero sorprendente. Inoltre, sono stati rilevati notevoli miglioramenti in Homa-β e Homa-IrR, ma servono ulteriori conferme nel lungo termine. Sul fronte dislipidemia, innanzitutto è bene precisare che nessun   partecipante era in trattamento con statine o fibrati. Nel gruppo di controllo, colesterolo totale, trigliceridi e il -c-Ldl sono diminuiti, rispettivamente, del 5%, 3% e 6% mentre la riduzione nel gruppo Trf è stata quasi del doppio. I meccanismi alla base degli effetti metabolici del Trf sono tutti da investigare ma, pur consapevoli di alcuni limiti, quali il breve periodo di osservazione, la mancanza di un disegno crossover e la valutazione di una popolazione esclusivamente asiatica, possiamo affermare che la ricerca apre nuove prospettive sull’applicazione di questa tipologia di approccio nutrizionale anche in pazienti con diabete mellito tipo 2”.

Nicola Miglino

 

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