Zinco, crescono evidenze su protezione respiratoria

03 Novembre 2021

Un’integrazione a base di zinco potrebbe essere di aiuto nel prevenire i sintomi delle infezioni del tratto respiratorio, come tosse, congestione e mal di gola, e ridurre la durata della malattia, secondo una review pubblicata da Bmj Open, rivista open access del gruppo British medical journal. Molto, però, rimane da chiarire su formulazione e dosi ottimali, considerati i dati oggi disponibili provenienti da studi piuttosto eterogenei.

“Lo zinco è coinvolto in diversi processi chiave nel nostro organismo, da quelli immunitari e antinfiammatori, ai meccanismi di riparazione dei danni tissutali, di regolazione pressoria e di risposta a stati di ipossia”, sottolineano gli Autori. “Non sorprende, dunque, che molta attenzione abbia ricevuto in questo periodo pandemico come strategia di intervento per prevenzione e terapia di Covid-19. A inizio pandemia avevamo già condotto una revisione sistematica della letteratura, ma molti trial erano in corso e oggi possiamo contare sicuramente su dati più robusti sul ruolo dello zinco nelle infezioni respiratorie”.

Il nuovo lavoro ha preso in esame 28 studi clinici, per un totale di 5.446 adulti coinvolti, pubblicati in 17 database di ricerca fino ad agosto 2020. Nessun trial riguardava specificamente l'uso dello zinco per la prevenzione o il trattamento di Covid-19. Le formulazioni più comunemente utilizzate erano costituite da compresse/capsule seguite da spray nasali e gel contenenti zinco acetato o gluconato. Le dosi variavano sensibilmente, a seconda della formulazione e se l’integrazione veniva impiegata in prevenzione o trattamento.

I risultati mostrano che, rispetto placebo, l’integrazione è in grado di prevenire 5 infezioni del tratto respiratorio in 100 persone al mese. In generale, i sintomi si sono risolti due giorni prima con l'uso di zinco, in formulazione spray o sublinguale, rispetto a placebo. Durante la prima settimana di malattia, chi aveva fatto uso di zinco sublinguale o nasale aveva quasi il doppio delle probabilità di guarire rispetto al gruppo placebo: tradotto in numeri, 19 adulti su 100 in più avrebbero avuto ancora sintomi una settimana dopo senza l’impiego di zinco. I benefici sembrano manifestarsi maggiormente al terzo giorno dalla comparsa dei sintomi. Nessun effetto collaterale grave, ma nausea e irritazione di bocca e naso compaiono nel 40% dei casi. Allo stesso tempo, nessun beneficio dall’impiego di zinco sulla comparsa di raffreddore dopo inoculazione di rhinovirus.  Tra i limiti della review, sottolineati dagli autori, qualità, dimensioni e disegno degli studi troppo eterogenei e impossibilità di trarre conclusioni definitive su formulazioni e dosaggi maggiormente indicati.

“I nostri risultati indicano che in una popolazione adulta, non necessariamente con deficit di zinco, la supplementazione, riduce il rischio di contrarre un’infezione delle vie respiratorie. Quando utilizzato per il trattamento, riduce durata e gravità dei sintomi a partire dal terzo giorno di comparsa. Il rischio di eventi avversi gravi è basso, ma quelli lievi/moderati posso pregiudicare la compliance. In conclusione, l’integrazione può essere una valida alternativa naturale in caso di infezioni del tratto respiratorio, fornendo ai medici un'opzione in più per la gestione di pazienti che necessitano di tempi di guarigione più rapidi e che magari vanno alla ricerca di antibiotici non necessari. Tuttavia, permane una notevole incertezza riguardo l'efficacia clinica delle diverse formulazioni, nonché dei dosaggi e delle migliori vie di somministrazione. Per quanto riguarda Covid-19, invece, sono necessarie ulteriori e specifiche ricerche”.

Nicola Miglino

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