Gli effetti del sale iposodico sulla pressione sanguigna erano noti, meno quelli sugli eventi cardiovascolari e sulla sicurezza. Ecco così che un gruppo di circa 21 mila persone di 600 villaggi in aree rurali della Cina sono stati reclutati e seguiti per 5 anni, suddivisi tra chi seguiva una dieta con sale iposodico (75% cloruro di socio, 25% cloruro di potassio) e chi con sale normale.
I partecipanti avevano 65 anni di età in media, erano divisi equamente tra uomini e donne, il 72% aveva una storia precedente di ictus e l’88% era iperteso.
Alla fine dello studio, in chi utilizzava sale iposodico i tre parametri chiave misurati, ovvero incidenza di ictus, eventi cardiovascolari maggiori e morte cardiovascolare, sono risultati significativamente inferiori rispettivamente del 14, 13 e 12%. Si è registrato anche un aumento, ma non statisticamente significativo, di seri effetti collaterali dovuti a iperkaliemia.
“Recenti studi mostravano modelli di previsione che indicavano 365 mila ictus e 461 mila morti potenzialmente risparmiati se si fossero dimostrati gli effetti del sale iposodico”, sottolinea Bruce Neal, del George Institute for Global Health di Sydney, coordinatore della ricerca. “Ora le prove ci sono, e parliamo soltanto dei vantaggi per la Cina: la sostituzione del sale potrebbe essere utilizzata da miliardi di persone in tutto il mondo, con benefici ancora maggiori. È bene ricordare, poi, che il sostituto del sale è molto facile da produrre e non è costoso e che sono soprattutto le popolazioni a basso reddito e più svantaggiate che aggiungono grandi quantità di sale durante la preparazione e la cottura dei cibi. Ciò significa, in ultima analisi, che il sostituto del sale ha il potenziale per ridurre le disuguaglianze di salute legate alle malattie cardiovascolari”.
Nicola Miglino