Covid-19, malattia correlata a disbiosi anche dopo la guarigione. Nuovi dati

29 Aprile 2021

Il microbiota intestinale è strettamente coinvolto nell’evoluzione di Covid-19, in relazione alla risposta immunitaria dell'ospite. Inoltre, la disbiosi conseguente può persistere anche dopo la guarigione, contribuendo all’insistenza di alcuni sintomi che pregiudicano una rapida ripresa. Queste le conclusioni di una ricerca pubblicata su Gut, rivista del gruppo Bmj, che ha voluto mettere in relazione gravità della malattia, disbiosi intestinale e marker ematici di infiammazione in pazienti colpiti da Covid-19.

Lo studio, condotto dalla Chinese university of Hong Kong, ha preso in esame i dati di cento pazienti con infezione da Sars-CoV-2 confermata da tampone, afferenti a due centri opedalieri. Di ciascuno, sono stati raccolti dati clinici insieme a campioni ematici e di feci. In 27 dei 100, la raccolta di feci è proseguita fino al 30.mo giorno dalla guarigione.

L’esame delle feci ha consentito la caratterizzazione del microbioma intestinale mentre dal plasma sono state effettuate misurazione dei livelli di citochine e altri marker infiammatori presenti.

I risultati indicano come la composizione del microbiota intestinale risulti significativamente alterata nei pazienti con Covid-19 rispetto a quella tipica di soggetti sani. Diversi commensali intestinali ad azione immunomodulante, quali, per esempio, Faecalibacterium prausnitzii, Eubacterium rectale e bifidobatteri sono risultati pesantemente sottorappresentati nei pazienti Covid, con livelli che sono rimasti bassi anche a 30 giorni dalla risoluzione della malattia. Inoltre, i gradi di alterazione sono risultati correlata sia alla gravità della malattia sia a concentrazioni elevate di citochine infiammatorie e marker quali proteina C reattiva, lattato deidrogenasi, aspartato aminotransferasi e gamma-glutamil transferasi.

Così concludono gli Autori: “La correlazione tra composizione del microbiota intestinale, livelli di citochine e marcatori infiammatori nei pazienti con Covid-19 suggerisce che la popolazione microbica intestinale è connessa alla gravità della malattia, forse in relazione alla modulazione delle risposte immunitarie dell'ospite. Inoltre, la disbiosi che segue alla guarigione potrebbe contribuire a sintomi persistenti, evidenziando la necessità di capire come i microrganismi intestinali siano coinvolti in generale nei processi infiammatori e nel Covid-19 in particolare”.

Nicola Miglino

 

 

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