Già in precedenza diverse analisi avevano cercato di capire se vi fosse un legame tra stress ossidativo e sviluppo di cancro alla cervice, senza però arrivare a chiare evidenze. La nuova ricerca ha indagato la correlazione tra 15 antiossidanti e il grado di rischio di insorgenza di tumore (assente, basso, elevato) in 11.070 donne di età compresa tra 18 e 59 anni che avevano partecipato, tra il 2003 e il 2016, alla National health and nutrition examination survey.
I risultati indicano che livelli più bassi di albumina sierica, vitamine A, B2, E e folato sono risultati associati a un rischio più elevato di infezione da Hpv. L'albumina è la proteina circolante più abbondante nel plasma e livelli non adeguati sono correlati ad aumento dell'infiammazione sistemica e ridotta risposta immunitaria. Sulla base dei livelli di vitamine A, B2, E e folato, i ricercatori hanno poi elaborato un cosiddetto punteggio antiossidante nutrizionale, in sigla Nas, con il quale hanno valutato il rapporto di rischio.
"I nostri risultati hanno mostrato che le donne nel quartile più basso del Nas avevano una maggiore probabilità di infezione da Hpv rispetto a quelle con il punteggio più alto, dopo l'aggiustamento di fattori confondenti quali età, razza, fumo, alcol e numero di partner sessuali negli ultimi 12 mesi ", sottolinea Hui-Yi Lin, PhD, docente di biostatistica alla Lsu health New Orleans schools of public health and medicine e prima firma del lavoro. “Il cancro al collo dell’utero è il quarto tumore femminile per incidenza e attualmente non esiste una terapia efficace per eliminare l'infezione da Hpv, principale responsabile della malattia. Per questo riteniamo importante identificare fattori modificabili, come lo stress ossidativo, associati all'infezione al fine di identificare interventi utili a livello di profilassi”.
Nicola Miglino